L'Orchestra Rai allo Dvořák Festival

L'Orchestra Rai allo Dvořák Festival

Concerto di apertura con Eschenbach e Soltani

L'Orchestra Rai allo Dvořák Festival

La serata in programma domenica 8 settembre alle 20 al Rudolfinum segna il debutto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai al prestigioso Dvořák Festival di Praga, che da 12 anni rappresenta la più importante rassegna musicale internazionale della Repubblica Ceca dedicata al grande compositore boemo. Il concerto è affidato alla direzione di Christoph Eschenbach, illustre bacchetta di fama internazionale già protagonista di memorabili concerti nelle ultime due stagioni dell’Orchestra Rai, nonché attuale Direttore musicale della Konzerthausorchester Berlin.

La serata inaugurale del Festival propone pagine celebri di Dvořák nella sontuosa cornice del Rudolfinum, l’auditorium neorinascimentale sulla riva destra della Moldava, costruito in onore del principe Rodolfo d’Asburgo-Lorena.

In apertura il Concerto per violoncello e orchestra n. 2 in si minore op. 104 che Antonín Dvořák scrisse durante il suo soggiorno americano intorno al 1895. Ultimo e fra i più noti lavori del compositore nel repertorio per strumento solista, è prediletto dagli interpreti per l’espressività delle melodie folcloriche che lo accomunano alla Sinfonia “Dal Nuovo Mondo”. A eseguirlo è chiamato il giovane violoncellista austriaco di origini persiane Kian Soltani, al suo debutto con l’Orchestra Rai. Vincitore del Leonard Bernstein Award e del Credit Suisse Young Artist Award nel 2017 e di altri prestigiosi riconoscimenti, è ospite regolare di formazioni quali i Wiener Philharmoniker, la Boston Symphony Orchestra, la London Philharmonic e di festival come quelli di Salisburgo e Lucerna. 

Chiude la serata la Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88, composta da Dvořák nel 1889 e detta “Inglese” perché pubblicata dall’editore londinese Novello durante uno dei periodici litigi dell’autore con il suo abituale editore berlinese, Fritz Simrock. Ancorata alla tradizione sinfonica austro-tedesca, aderisce da un lato alla vocazione romantica della pittura d’ambiente e dall’altro alla linfa genuina del canto popolare boemo rivisitato in chiave dotta.