La profonda spiritualità di Mozart
Ton Koopman dirige due opere del maestro Salisburghese
Esperto del repertorio antico, tra i massimi clavicembalisti e organisti viventi (ha eseguito e inciso tutte le opere di Bach per organo), in questo concerto Ton Koopman è nelle vesti di direttore del coro e dell’orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, che esegue due opere di Mozart: la Messa in do minore K 427 e la Sinfonia n° 41 in Do maggiore K 551.
Koopman è nato in Olanda nel 1944, e la sua carriera musicale è costellata di premi e riconoscimenti di grande prestigio. Ha pubblicato numerosi saggi ed è titolare della cattedra di clavicembalo al Conservatorio Reale dell’Aia e docente all’Università di Leida.
La Messa in do minore K 427 (1782-83) di Mozart è un’opera incompiuta, frutto di un voto espresso affinché la sua promessa sposa, Konstanze Weber, guarisse da una malattia. Mozart ne portò a termine poco più della metà: il Kyrie, il Gloria e il Sanctus-Benedictus; del Credo compose un cospicuo frammento. La prima esecuzione ebbe luogo il 25 agosto del 1783, nella Chiesa Arciabbaziale benedettina di San Pietro a Salisburgo.
Koopman è nato in Olanda nel 1944, e la sua carriera musicale è costellata di premi e riconoscimenti di grande prestigio. Ha pubblicato numerosi saggi ed è titolare della cattedra di clavicembalo al Conservatorio Reale dell’Aia e docente all’Università di Leida.
La Messa in do minore K 427 (1782-83) di Mozart è un’opera incompiuta, frutto di un voto espresso affinché la sua promessa sposa, Konstanze Weber, guarisse da una malattia. Mozart ne portò a termine poco più della metà: il Kyrie, il Gloria e il Sanctus-Benedictus; del Credo compose un cospicuo frammento. La prima esecuzione ebbe luogo il 25 agosto del 1783, nella Chiesa Arciabbaziale benedettina di San Pietro a Salisburgo.
La Sinfonia n° 41 in Do maggiore K 551, felicemente denominata Jupiter, è l'ultima di un ciclo di quattro sinfonie (le altre sono le n. 38, 39 e 40) composte in rapida successione durante l'estate del 1788. Opera memorabile e straordinaria come le altre tre, tutte pervase della profonda spiritualità di Mozart.La 'Missa' non solo ambisce a tutti i carismi della tradizione, ma ne evoca prodigiosamente i più remoti e affiochiti fantasmi, ne toglie dalle arche e ne sciorina i tesori e i gemmati paramenti liturgici, ne resuscita i sontuosi apparati barocchi
Giovanni Carli Ballola, musicologo
Come un canto trionfale, splendido nella consapevolezza della propria forza, la sinfonia si innalza al disopra dei dolori terreni in un supremo alone di luce. La gioia di «essere», di costringere giocando la materia entro i limiti d’una forma nobilissima: tale è il significato di quest’opera
Bernhard Paumgartner, direttore d’orchestra e musicologo