La radio e il cinema al Teatro alla Scala
L'irresistibile forza dei media
Un’epica battaglia quella tra Toscanini, allora direttore dell’Orchestra del Teatro alla Scala, e l’ERI, l’Ente Radiofonico Italiano dal quale nascerà, in seguito, la Rai, che preme per poter trasmettere i suoi concerti. Il Maestro dovrà arrendersi alle “pressioni” del regime, e, nel 1928, Tosca sarà protagonista della prima diretta radiofonica dal Tempio della lirica. Il caso vuole che si tratti proprio di un’opera di Giacomo Puccini, che non aveva mai celato la propria passione per tutto ciò che avesse sapore di meccanica e di tecnologia.
Puccini e la modernità, o la tecnica, o la tecnologia, è un’associazione innanzitutto biografica, dato che si ricorda con una certa frequenza la sua passione smodata per tutto quello che è meccanico, in particolare automobili e motoscafi.
Enrico Sala, musicologo
Anche Toscanini è tutt’altro che un conservatore, non sottovaluta la forza prorompente del mezzo, ma è un purista del suono e teme, non del tutto a torto, che il lavoro - suo e dell’Orchestra - possa essere compromesso dall’uso di strumenti che, in quell’epoca, non consentono certo riproduzioni musicali fedeli.
Il rapporto di Puccini con il cinema non è meno interessante di quello con la tecnologia. La sua musica sembra nascere, già di per sé, con tempi cinematografici e la sua drammaturgia trova riscontri evidenti con quella cinematografica: non è azzardato affermare che il close-up, la dissolvenza, il montaggio alternato appartengano al melodramma pucciniano quanto al cinema.
Il video proposto è tratto da Scala - Rai, il futuro della tradizione, di Felice Cappa (Italia, 2018).