Rossini: Otello e il tacchino

Il cast è eccezionale, di quelli che nemmeno una super produzione hollywoodiana potrebbe mai concepire, né permettersi: Gioachino  Rossini, Honoré de Balzac, Isabella Colbran, Olympe Pélissier, Stendhal, Charles Perrault, Alexandre Dumas, Napoleone III. Accanto a loro, anzi veri protagonisti, altri “squisiti” interpreti. In rigoroso ordine alfabetico: animelle, bietole, bistecche, burro, farina, filetto di manzo, foie gras, gruviera, besciamella, lamelle, lardo, maccheroni, Madera, marroni, Marsala, mele, olive, pan carré (fritto, preferibilmente), panna, parmigiano, pepe, pere, pollo, pomodori, prosciutto (in spuma e al naturale), sogliola, tacchino, tartufi (bianchi e neri), uova, zamponi, rognoni, zucchero a velo. 

Non conosco un’occupazione migliore del mangiare… L'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore. Lo stomaco è il direttore che dirige la grande orchestra delle nostre passioni. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia; al contrario, lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia
Gioachino Rossini

Rossini smette di comporre opere liriche all'età di trentasette anni. Il suo ultimo melodramma è il Guglielmo Tell (1829). Continua, però, fino alla fine dei propri giorni, a scrivere musica: la versione definitiva dello Stabat Mater è la partitura più nota di quel periodo. 
A chi gli chiedeva il perché di quella scelta rispondeva che stava cercando motivi, ma gli venivano in mente solo pasticci, tartufi e cose simili.

Nel quarto episodio della serie, Otello e il tacchino, Rossini, “intervistato” da Gaia de Bernardis, presenta il suo tacchino ripieno di marroni, lardo, pere e foie gras. Protagonisti, con lui, il musicologo Alberto Simoncini e Stendhal. Oltre che della ricetta, si parla anche dell’Otello, opera di Rossini su libretto di Francesco Maria Berio di Salsa, andata in scena, per la prima volta, il 4 dicembre 1816, al Teatro del Fondo di Napoli.