"B" come Berio

Fra tradizione e sperimentazione

Con il programma C'è musica e musica del 1972, Luciano Berio esplorò tante questioni relative al comporre, eseguire, pensare la musica, con esempi che spaziavano dal Barocco al rock e testimonianze di numerosissime personalità del mondo musicale italiano e internazionale, tra le più acute del tempo. Non un'indagine scientifica, come disse, allora, lo stesso Berio, ma il tentativo di avvicinare il pubblico a chi la musica la fa.
Nella clip proposta, lo stesso Berio introduce il tema della puntata, una domanda che rivolge a sé stesso e ai propri interlocutori: “Perché la musica?”
 

A questa domanda i musicisti e i filosofi dei secoli scorsi avrebbero dato risposte certamente differenti e più omogenee
Luciano Berio


Luciano Berio (1925 – 2003), musicista italiano tra i più noti in campo internazionale insieme a Bruno Maderna e Luigi Nono, si affacciò sulla ribalta musicale del secondo dopoguerra dopo aver studiato composizione e direzione d’orchestra (con Carlo Maria Giulini) al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Nel 1954, insieme a Bruno Maderna, fondò lo Studio di Fonologia Musicale presso la RAI di Milano, dove scandagliò le interazioni tra strumenti acustici e suoni elettronici e tra suono e parola.
Libero da preconcetti ideologici, il percorso di ricerca di Berio si distinse per l’equilibrio tra la conoscenza e la consapevolezza della tradizione e l’inclinazione verso l’inedito, anche mettendo in relazione la musica con altri campi del sapere umanistico. La sua curiosità di «artigiano» si mosse dalla musica d’intrattenimento e di consumo alle proposte più sperimentali.
 

Berio si avvale di un mestiere agguerritissimo: conoscenza eccellente della musica tradizionale, da consentirgli i più divertenti rifacimenti o pastiches; inesauribile passione per lo strumentalismo e anzi il virtuosismo, sì da volgersi con piacere a indagini su ardimentose possibilità tecniche
Mario Bortolotto, musicologo