Il fagotto

Il timbro autorevole di un legno indispensabile

In principio, il fagotto prevedeva una sacca per contenere l’aria (simile a quella della cornamusa), che immetteva l'aria in due tubi affiancati e si pensa che il suo nome derivi proprio da ciò. Il suo antenato più diretto è ravvisabile nella dulciana rinascimentale. Il suo timbro, diceva Rimsky-Korsakov, è senile e furbo, e, al tempo stesso, può essere sofferente e triste. Dal XVIII secolo, lo strumento è stato sempre più apprezzato. Vivaldi compose trentanove concerti per fagotto, che fu amato anche da Mozart e da Bach, fino a diventare un elemento indispensabile del gruppo dei legni nell’orchestra moderna. 
In questo episodio del format Strumenti – Musica Colta, Andrea Corsi, primo fagotto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, racconta lo strumento a partire dal momento in cui scaturì la decisione di “adottarlo” come il proprio strumento d’elezione. Poi, descrive la morfologia, il timbro, le possibilità espressive, il repertorio (compositori e opere), che maggiormente ne valorizzano le peculiarità, sia da solista, sia in ensemble. Brevi esibizioni live e materiali di archivio intervallano e accompagnano la narrazione.

Il primo incontro con lo strumento fu, come tante cose importanti della vita, assolutamente casuale, ma, non per questo, meno significativo

Andrea Corsi


Andrea Corsi si è diplomato giovanissimo presso il Conservatorio di Musica di Santa Cecilia di Roma. Si è poi perfezionato con i più grandi solisti del suo strumento nel mondo. A soli tredici anni, entra a far parte dell’Orchestra Giovanile Italiana, a Fiesole, e vince borse di studio, audizioni e concorsi nazionali. A 18 anni, è primo fagotto stabile al Teatro Massimo di Palermo. Dal 1990, ha ricoperto lo stesso ruolo nell’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma, posto che tuttora occupa nell’Orchestra Sinfonica Nazionale della stessa azienda. Ha collaborato con le più importanti orchestre italiane; è stato membro dei Solisti dell’Accademia Filarmonica Romana, ensemble strumentale diretto da Giuseppe Sinopoli. Ha insegnato in vari Conservatori Italiani, tra cui quello romano di Santa Cecilia. È stato invitato a far parte di giurie di concorsi nazionali e internazionali per il suo strumento.