"P" come Penderecki

Dall'afflato religioso a Stanley Kubrick

Con il programma C'è musica e musica del 1972, Luciano Berio esplorò tante questioni relative al comporre, eseguire, pensare la musica, con esempi che spaziavano dal Barocco al rock e testimonianze di numerosissime personalità del mondo musicale italiano e internazionale, tra le più acute del tempo. Non un'indagine scientifica, come disse, allora, lo stesso Berio, ma il tentativo di avvicinare il pubblico a chi la musica la fa.

Nella clip proposta, Krzysztof Penderecki parla del ruolo del compositore nella società contemporanea.

Allievo prima del Conservatorio, poi della Scuola Superiore di Musica di Cracovia della quale divenne docente e rettore (1972 - 1987), Krzysztof Penderecki (1933) iniziò sin da piccolo lo studio del violino e del pianoforte. Nel 1960, la prima esecuzione di Anaklasis al Festival di Donaueschingen gli valse un posto di rilievo nel panorama della musica contemporanea polacca e non solo.

Penderecki è tra i pochi compositori contemporanei le cui opere - il nome, probabilmente, meno – siano conosciute anche da un pubblico ampio. Alcune sue composizioni, infatti, sono state utilizzate nelle colonne sonore di film di grande successo come L’esorcista di William Friedkin e Shining di Stanley Kubrick (U.S.A., 1980).

Krzysztof Penderecki ha sempre manifestato la propria attenzione per la vocalità (soprattutto corale), per temi di carattere religioso e per la sperimentazione sonora (il rumore del legno che viene segato, il ticchettio delle macchine da scrivere, ecc.), anche se, a partire dagli anni Settanta, ha orientato la propria ricerca alla valorizzazione di espressioni musicali più vicine alla tradizione. Molte delle sinfonie che ha composto sono frutto del suo profondo cattolicesimo. Ciò lo ha reso una figura molto discussa dalla critica, nettamente divisa tra chi ha visto in lui un compositore capace di esprimere gli esiti dell’avanguardia anche in uno spazio sonoro tradizionale e chi, invece, ne ha rimarcato l’impronta musicale assai meno protesa alla ricerca rispetto alle prime esperienze.
 

I compositori dell’Europa orientale furono i paladini di un compromesso fra tradizione e avanguardia: Penderecki, da parte sua, introdusse la polifonia medievale e gli antichi corali liturgici nella sua ‘Passione secondo San Luca’
Krzysztof Penderecki