Blue Note Records

Blue Note Records

Una storia di amicizia e libertà

Blue Note Records
Molti anni prima che Martin Luther King scendesse in campo per i diritti civili degli afroamericani negli anni Cinquanta, due giovani emigrati berlinesi - Alfred Lion e Francis Wolff - fondavano una piattaforma basata su uno scambio autenticamente paritario tra produttori e musicisti neri.

Art Lion era un grande uomo e Francis Wolff un fotografo eccezionale. Erano appassionati dal loro impegno… Con loro abbiamo vissuto la genesi e l’evoluzione della musica più potente d’America. Sapevano il fatto loro: hanno messo insieme le forze e conquistato il mondo.

Quincy Jones

Nasceva così a New York nel 1939 la leggendaria etichetta discografica Blue Note, che ha contribuito in maniera determinante alla diffusione del Jazz americano e alla creazione di un sound inconfondibile. In un’epoca in cui i musicisti afroamericani venivano ostracizzati dall’industria musicale, alla Blue Note Records venivano trattati con rispetto e ammirazione.  

Nessuna etichetta ha mai fatto tanto. Nel corso dei decenni altri hanno seguito il loro esempio, ma all’epoca solo alla Blue Note potevi suonare con una certa libertà artistica.

Lou Donaldson


Oggi la Blue Note Records è sinonimo di musica di altissimo livello e punto di riferimento imprescindibile nel mondo del jazz. Vero e proprio laboratorio di idee, ha scoperto e prodotto un numero impressionante di fuoriclasse che difficilmente avrebbero trovato voce: Miles Davis, Herbie Hancock, John Coltrane, Sonny Rollins, Wayne Shorter, Thelonious Monk e Quincy Jones.

Tutti i grandi hanno inciso per la Blue Note almeno una volta!

Herbie Hancock


Nel 1956 fu assunto dalla Blue Note Reid Miles, un artista che lavorava per la rivista Esquire. Le copertine prodotte da Miles, che spesso ritraevano fotografie fatte da Wolff di musicisti in studio, influenzarono fortemente il mondo del design grafico musicale diventando delle vere e proprie icone. La grafica usata da Miles si distingueva per la tinta in bianco e nero delle fotografie, l'uso di un solo colore e l'utilizzo di forme geometriche. Alcune copertine risalenti alla metà degli anni Cinquanta furono anche usate nelle opere dell'allora semisconosciuto Andy Warhol.

La Blue Note fu acquistata dalla Liberty Records nel 1965 e Art Lion si ritirò nel 1967. A quel punto la maggior parte degli album veniva prodotta da Wolff o dal pianista Duke Pearson. Wolff morì nel 1971, in un periodo discendente dell’etichetta. Le vendite di dischi jazz stavano diminuendo, molti artisti in catalogo avevano lavorato ad album poco commerciali (soprattutto Bobby Hutcherson, Lou Donaldson, Donald Byrd, Grant Green e Horace Silver) e a poco valse l’idea di dirottarli su album rivolti ad un mercato più popolare.

Nel 2006, dopo vari passaggi di proprietà, la Blue Note è stata acquisita dalla EMI, che ne ha allargato la portata creando il Blue Note Label Group. Al momento ne fano parte la Narada Productions (che si occupa di musica jazz ed etnica), la Back Porch Records (specializzata in folk e country) e la Higher Octave Records col suo catalogo di musica new age.

Il video è il documentario It Must Schwing! The Blue Note Story, prodotto da Wim Wenders e diretto da Eric Friedler: la  commovente storia dei fondatori Lion e Wolff, due amici legati da un amore sconfinato per il jazz e una fede incrollabile nell’uguaglianza di tutti gli uomini.