Quando Zeffirelli incontrò Beethoven

Il regista fiorentino e la "Missa Solemnis" in Tv

Beethoven contro il suo tempo è un documentario del 1970, che narra, attraverso la voce e i testi di Enzo Siciliano e alcune interviste (tra gli altri, a Max Braubach, Gianfranco Zaccaro, Leonardo Pinzauti, Renato Fasano), la vita e le opere di Ludwig van Beethoven.

Nella clip proposta, Franco Zeffirelli racconta di come affrontò la regia televisiva della Missa Solemnis di Beethoven. L’opera fu eseguita dall’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, diretta da Wolfgang Sawallisch, il 23 maggio del 1970, nella basilica di San Pietro. L’occasione era duplice: il duecentesimo anniversario della nascita del compositore e il cinquantesimo dell’ordinazione sacerdotale di Paolo VI.

In quell’occasione ebbi modo di lavorare sulla partitura, per una decina di giorni, giorno e notte, e scoprii dei tesori che al primo ascolto sfuggono
Franco Zeffirelli

Franco Zeffirelli ha sempre rivendicato con orgoglio il fatto di essere stato l'unico regista autorizzato ad effettuare le riprese televisive dell'evento. E di aver potuto riprendere la Pietà di Michelangelo prima che, nel 1972, un cristallo di sicurezza fosse installato a sua protezione dopo che il gruppo scultoreo aveva subìto gravi danni a causa di un atto vandalico.

Noi abbiamo così goduto, sotto questa cupola, di un incontro di giganti del genio umano, Michelangelo e Beethoven, entrambi esaltati dall’opera loro in un medesimo slancio di incomparabile offerta del loro talento all’umanità aperta agli sconfinati orizzonti del mondo religioso
Papa Paolo VI

Beethoven compose la Missa Solemnis in re maggiore per soli, coro misto e orchestra, op. 123 tra il 1818/19 e il 1823 per celebrare l'insediamento dell'Arciduca Rodolfo, suo allievo e mecenate, al vescovado di Olmutz. È lo stesso periodo durante il quale dà vita alle Variazioni Diabelli, alla Nona Sinfonia, all'opera 127 della serie degli ultimi Quartetti, alle ultime Sonate per pianoforte.

Da più parti si è riconosciuto che la Missa non osserva le norme liturgiche: per alcuni interpreta la più rigida ortodossia cattolica; per altri, invece, è espressione di una “fede laica e immanente nell'umanità”. La Missa Solemnis si compone delle tradizionali cinque parti: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei. Il Gloria e il Credo sono creazioni musicali particolarmente complesse.

Ne risulta un'architettura così vasta che certo da sola può imporsi nello svolgersi della sua forza sonora, ma tale da soverchiare chiunque, interprete ed ascoltatore, non impegni a fondo ogni sua capacità penetrativa dei mezzi musicali che coordinano l'acuto rilievo dei particolari nell'organica unità del tutto
Luigi Ronga, musicologo

Il Credo, soprattutto, rappresenta una delle più particolari creazioni di Beethoven. In esso entra in gioco il suo intero sistema di principi e di passioni, il cardine di ogni sua concezione: anche il Cristo, benefattore dell'umanità, è “l'eroe”.

Come ben sottolinea Franco Zeffirelli nel corso della sua breve testimonianza, Beethoven, per scrivere la Missa Solemnis, si documentò con cura, attingendo anche alle fonti più remote del pensiero e della liturgia cristiani. Sebbene, poi, prevalesse in lui il più autentico spirito innovatore. L'opera, per Beethoven, non può che essere figlia della soggettività del suo genio creatore.

Gli antichi ci servono moltissimo, perché hanno per lo più un autentico valore d'arte. Ma la libertà, il progresso nel mondo dell'arte, come in tutta la grande creazione, sono lo scopo, e sebbene noi moderni non siamo tanto avanti nella saldezza quanto i nostri antichi precursori, tuttavia la raffinatezza della nostra civiltà ha aggiunto qualche cosa
Ludwig van Beethoven