Stravinsky e Schönberg

Un incontro presago

Nel corso della sua lunga vita e nella straordinaria ricchezza, qualitativa e quantitativa, della propria opera Stravinsky ebbe un antagonista? E se sì, quell’antagonista fu Arnold Schönberg?

Nell’intervista realizzata da Rai Cultura per il 50° anniversario della morte di Igor Stravinsky (6 aprile 2021), Enzo Restagno, musicologo, autore di Schönberg e Stravinsky. Storia di un’amicizia impossibile (Il Saggiatore, 2014), sviscera la complessa relazione - umana e artistica - tra i due geni del Novecento musicale.

Parlare di un’amicizia, ipotetica, possibile o impossibile, tra Schönberg e Stravinsky, credo che sia una domanda che non avrà mai una risposta definitiva. Ci sono troppo indizi in un senso e nell’altro. Schönberg e Stravinsky sono i due grandi protagonisti del XX secolo, quelli che hanno indicato delle direzioni allo sviluppo del linguaggio musicale
Enzo Restagno

Schönberg e Stravinsky s’incontrarono una sola volta, nel dicembre del 1912, alla Krolloper di Berlino, in occasione di una rappresentazione del balletto Petruška, che Schönberg apprezzò moltissimo. Qualche giorno dopo, alla Choralion Saal della stessa città, Stravinsky avrebbe ascoltato, con pari interesse, il Pierrot lunaire del collega austriaco, che ancora non aveva dato vita alla sperimentazione dodecafonica.

Devo prendere nota (perché io stesso a volte lo dimentico) che quando Stravinsky mi piace sono sempre disposto a lodarlo; sono sempre felice se qualcosa mi piace, e non faccio volentieri il cattivo […]. Ma diavolo: […] ‘Petruška’ mi [è] piaciuto molto. In alcune parti addirittura moltissimo
Arnold Schönberg

Alla reciproca stima si sovrappose presto, però, una «rivalità» dovuta, forse, il più delle volte, a dichiarazioni sì provocatorie, ma amplificate dalla stampa e trasformate in motivi di radicale contrapposizione da parte di allievi e critici.

La vera ricchezza del ‘Pierrot’ – suono e sostanza, giacché ‘Pierrot’ è il plesso solare oltre che la mente della musica del primo Novecento – era al di là della portata mia come di tutti all’epoca. Mi resi conto, nondimeno, che quello era l’incontro più presago della mia vita, anche se il futuro non è mai un’idea che si ha in mente, non fa mai parte dei tuoi pensieri in momenti simili
Igor Stravinsky

Entrambi coltissimi e interessati alle arti figurative, Schönberg (che fu anche pittore) e Stravinsky si confrontarono con il mondo delle avanguardie, stringendo relazioni personali con alcune delle figure più interessanti di quell’universo così in fermento: nacquero delle vere e proprie amicizie, oltreché collaborazioni artistiche, tra Stravinsky e Picasso e tra Schönberg e Kandinsky.

Le vicende dei due compositori si svilupparono sullo sfondo di uno scenario internazionale - Vienna, San Pietroburgo, Berlino, Parigi, New York, Los Angeles - tra arti, riflessioni estetiche e religiose, tragedie (l’avvento del nazismo, la Seconda Guerra Mondiale, l’esilio) e ricostruzione postbellica.

Enzo Restagno ha insegnato "Storia della musica" al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino per trentasette anni. Ha svolto attività di critico musicale per importanti quotidiani e periodici. Ha realizzato trasmissioni radiofoniche e televisive per la RAI, Radio France, Westdeutsche Rundfunk, BBC. Nella sua attività di studioso si è rivolto con particolare attenzione alla musica moderna e contemporanea. All’attività del didatta e dello studioso ha affiancato quella della direzione artistica di importanti manifestazioni musicali.


Enzo Restagno, Schönberg e Stravinsky. Storia di un’amicizia impossibile
Editore: il Saggiatore, Milano
Anno di edizione: 2014
Pagine: 456, brossura