Napoleone e la "quarta arte"

La musica del potere, il potere della musica

Napoleone Bonaparte fu un grande comunicatore, oltreché un grande condottiero. I suoi ritratti, per esempio, erano ovunque; quelli che oggi chiameremmo “gadget”, con la sua immagine, erano nelle tasche e tra le mani di ogni francese, a partire, soprattutto, da quelle dei suoi soldati.

Fin da quando divenne Primo Console, nel 1799, Napoleone intuì che anche la musica sarebbe potuta diventare funzionale all’affermazione del proprio potere personale.

Nell’intervista proposta, Giulia Perni, musicologa, ci guida nelle vicende napoleoniche attraverso un originale percorso musicale, facendoci scoprire anche la passione sincera di Bonaparte per la “quarta arte”.

Quale musica però ‘amava’ realmente Napoleone? Principalmente l’opera italiana… chissà se per le origini toscane dei Buonaparte, o più semplicemente perché la facile cantabilità delle scuole musicali della penisola seduceva (e seduce) l’orecchio più dell’artificiosità della ‘tragédie lyrique’ e dell’astratta perfezione del sinfonismo tedesco
Giulia Perni

Una volta autoproclamatosi Imperatore dei francesi, Napoleone incoraggiò ulteriormente una produzione musicale che desse splendore alla gloria dell’Impero: soggetti operistici patriottici e guerreschi, marce e inni militari, tutto doveva celebrare le sue gesta.

Napoleone fu anche un vero appassionato di musica. Ammirò, tra le altre, le composizioni di Niccolò Zingarelli (1752-1837) e di Ferdinando Paër (1771-1839), ma il suo musicista preferito in assoluto fu Giovanni Paisiello (1740-1816), che, nel 1802, volle nella residenza delle Tuileries. Altro compositore prediletto da Napoleone fu Gaspare Spontini (1774-1851).

Da “Napoleone e la musica” al rapporto di alcuni musicisti con Napoleone. Le vicende della mancata intitolazione a Bonaparte della Terza Sinfonia di Beethoven sono note: il grande compositore passò dall’entusiasmo per colui che considerava essere il “liberatore dei popoli dalla tirannia” al disprezzo per il traditore di quegli ideali.

Anche in epoca contemporanea, grandi musicisti, per diverse occasioni, hanno dedicato la propria attenzione a Napoleone. Solamente per citarne alcuni: Arthur Honegger, Zoltán Kodály, Nino Rota e Arnold Schönberg.

Nell’interpretazione schönberghiana è però possibile anche vedere, nel simbolo di Napoleone abbattuto e umiliato, una chiara denuncia della tirannide hitleriana […]. Da questo punto di vista la ‘Ode to Napoleon Buonaparte’ è uno dei più alti esempi di ‘protest-music’ del Novecento
Giulia Perni


Giulia Perni è nata a Pisa nel 1973. Musicologa, si diploma in chitarra classica al Cherubini di Firenze. Dopo la laurea in Storia della Musica, si specializza in notazione antica alla Scuola di Paleografia e Filologia musicale di Cremona-Università di Pavia. Attualmente, è Responsabile del settore Musica e dell’Ufficio Stampa della casa editrice Sillabe. È autrice e curatrice di interessanti pubblicazioni musicali dedicate a personaggi quali Vincenzo Galilei, Marta Nervi, Pietro Mascagni, Riccardo Muti, Napoleone Bonaparte, Astor Piazzolla ecc.

Assieme a Monica Guarraccino, Giulia Perni è autrice di Napoleone e la musica. Un itinerario musicale, Sillabe, Livorno, 2014