Dmitrij Šostakovič: l'uomo, l'artista

Dmitrij Šostakovič: l'uomo, l'artista

La musica ai tempi di Stalin

Dmitrij Šostakovič: l'uomo, l'artista
Dmitrj Šostakovič, nato a San Pietroburgo (poi, Leningrado) nel 1906, studiò al Conservatorio della propria città, e si accostò, in gioventù, agli ideali dell'avanguardia rivoluzionaria con Prokof’ev, Majakovskij, Mejerchol'd e altri. Nel 1926, la sua prima Sinfonia lo proiettò sul piano internazionale, mettendo in luce, oltre all’assimilazione della musica russa (Rimskij-Korsakov e Prokof’ev), la sua conoscenza della musica contemporanea occidentale, in particolare quella di Paul Hindemith, dominata da un certo piglio aggressivo dai tratti grotteschi e ironici, timbricamente esuberante ed estrosa nel ritmo, sfociando anche nell'atonalità e con sviluppi espressivi derivati dal jazz e dai temi popolari.

La melodia deve essere, in primo luogo, il motivo principale, in secondo luogo deve essere collegata con la musica popolare
Dmitrj Šostakovič

Direttore del Teatro della Gioventù operaia di Leningrado, compose due opere: Il naso (1930), da Gogol', caratterizzata da un’energica forza caricaturale, e la drammatica Lady Macbeth del distretto di Mcensk (1934), che interpreta il delitto di Macbeth come gesto di rivolta antiborghese ambientato nel sec. XIX (l'opera fu poi riveduta nel 1963 col titolo Katerina lzmajlova).

Accusato di “formalismo” in opposizione al "realismo socialista" propugnato da Stalin, il compositore fu indotto a elaborare un linguaggio “più semplice” e comprensibile astenendosi dai radicalismi d'avanguardia che avevano fino ad allora caratterizzato la sua musica. 

Io ho la mia musica, ed è parecchia, ed è in base ad essa che la gente dovrebbe giudicarmi
Dmitrj Šostakovič

Frutto di un'elaborazione concettuale cui parteciparono i principali esponenti dell'intellighenzia sovietica, in primis Maksim Gor'kij, il principio del "realismo socialista" era definito da Andrej Aleksandrovič Ždanov, arbitro della linea culturale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, come un metodo per cui alla “veridicità e alla concretezza storica della rappresentazione artistica si devono accompagnare la trasformazione ideale e l'educazione dei lavoratori nello spirito del socialismo”. In sintesi, veniva condannato il “pessimismo dell'ideologia borghese” al quale era necessario contrapporre opere artistiche portatrici di un nuovo genere di ottimismo rivoluzionario esaltando le quotidiane conquiste proletarie e asservendo tutte le arti alla finalità dell'edificazione socialista. 

In campo musicale si predilessero decisamente i generi scenici (opera, balletto, musiche per film) e celebrativi (cantate, sinfonie nello spirito del poema sinfonico) in quanto maggiormente idonei a servire da veicolo di un contenuto ideologico.

Fu proprio in questo ambito, e in particolar modo contro Šostakovič, che il partito intervenne prima e più duramente: il 28 gennaio 1936, la “Pravda” pubblicava un articolo intitolato Confusione anziché musica, in cui veniva pesantemente criticata Lady Macbeth del distretto di Mcensk rappresentata per la prima volta il 22 gennaio 1934 e replicata con grande successo gli anni successivi, prima del suo ritiro. 

Una seconda, severissima critica in seguito al rapporto Ždanov del 1948, segnò un adeguamento di Šostakovič agli impianti monumentali del sinfonismo tardoromantico di Mahler e Cajkovskij e a toni celebrativi, con una più esplicita adesione ai programmi ideali e rievocativi e un crescente ricorso al materiale folclorico russo: Sinfonie n. 10 (1953), n. 11 L'anno 1905 (1957), n. 12 ln memoria di Lenin, o L'anno 1917 (1961), e n. 13 per basso, coro e orchestra su testi di Evtušenko(1962).

L’indulgenza all'enfasi e all'accademismo non bloccò tuttavia gli stimoli della sua fantasia e quella vivace apertura al moderno linguaggio musicale. 

Šostakovič morì a Mosca nel 1975.