La musica di Rai 5

La musica di Rai 5

Un'altra settimana di spettacoli tra La Scala, L'Orchestra Rai e Santa Cecilia

23 Mar 2020 > 27 Mar 2020
La musica di Rai 5
Un’altra settimana di grande musica, dal 23 al 27 marzo, con la programmazione che Rai Cultura le dedica quotidianamente su Rai5 nella fascia oraria del tardo pomeriggio, dalle 18 alle 20 circa. 

Il primo appuntamento, lunedì 23 marzo, è con il Concerto di Carnevale del 2018 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Protagonista lo Janoska Ensemble, con il suo stile caratterizzato da un’originale combinazione di musica tzigana, jazz e tango, conditi con un pizzico di pop. La loro formazione è composta da tre fratelli di Bratislava: Ondrej e Roman, violinisti, František, pianista, e dal cognato di Costanza Julius Darvas, contrabbassista. Si sono rapidamente imposti sulla scena internazionale grazie alla loro maestria tecnica e alla straordinaria esuberanza musicale.  

Al loro debutto con l’Orchestra Rai, propongono una selezione di pagine brillanti, raccolte sotto il titolo Janoska Style goes Symphony, che comprende brani originali come il Primo movimento dalla Sinfonia n. 1 Impression along the Danube, detto “Bratislava” di František Janoska, del 2018, e altri arrangiati da musiche di Wolfgang Amadeus Mozart (Rumba for Amadeus, 2016), Pablo de Sarasate (Tarantella vs Niska Banja, 2016) e Niccolò Paganini (Paganinoska, 2016).  

Al debutto dello Janoska Ensemble si accompagna il ritorno del giovane percussionista torinese Simone Rubino: artista prodigioso per capacità tecnica e versatilità musicale. Con l’Orchestra Rai guidata dall'americano William Eddins, Direttore musicale emerito della Edmonton Symphony Orchestra, Rubino propone Marimba spiritual (1983) per marimba e percussioni di Minoru Miki, Dialogo (2015) per marimba, flauto, oboe e ottoni di Roberto Bocca e Libertango (1974) di Astor Piazzolla, nell’arrangiamento per marimba e orchestra di Ingo Laufs. 
Il programma della serata include in apertura l'effervescente Cartoon (1991) di Paul Hart, ispirato alle sigle delle serie di cartoni animati Looney Tunes e Merrie Melodies, composte negli anni Trenta e Quaranta da Carl Stalling. Chiudono la serata l’ironica Marche fatale (2016-2017) per orchestra di Helmut Lachenmann e l’Ouverture dall’operetta Orphée aux Enfers (1858) di Jacques Offenbach con il suo travolgente Can-can. La regia tv è curata da Maria Baratta. 

Si prosegue martedì 24 marzo con l’ormai storica edizione del Cappello di paglia di Firenze, capolavoro teatrale di Nino Rota tratto dal vaudeville di Eugène Labiche e Marc Michel, diretta da Bruno Campanella al Teatro alla Scala nel 1999, con la regia di Pierluigi Pizzi. Nel cast spiccano i nomi di Juan Diego Flórez, Elizabeth Norberg-Schulz e Alfonso Antoniozzi, con Giovanni Furlanetto, Francesca Franci e Adelina Scarabelli. 

L’irresistibile “folle journée” di Fadinard costretto, proprio nel dì delle nozze con Elena, alla ricerca disperata di un cappello di paglia identico a quello di Anaide che il suo cavallo ha divorato (e la cui perdita sarebbe per il gelosissimo marito della donna la prova inequivocabile del tradimento, effettivamente consumato con l’ufficiale Emilio) si sviluppa con un ritmo incalzante che guarda all’opera buffa italiana e all’operetta francese, senza trascurare raffinate allusioni a Mozart, Verdi e a grandi del Novecento, né perdere l’inconfondibile tocco personale di Rota, compositore dalla vena felice quanto colta, ironica, sottile ed elegante. 


Mercoledì 25 marzo è la volta dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e del suo Direttore musicale Antonio Pappano, che propongono la rilettura del mito di Orfeo di uno dei compositori contemporanei più celebri: Salvatore Sciarrino. Nella sua Nuova Euridice secondo Rilke, commissione dall’Accademia di Santa Cecilia, il ritmo delle parole si intreccia con quello della musica, seguendo il codice teatrale di cui Sciarrino è maestro.


«Progetti come questo – dice il compositore – arrivano da lontano e maturano a lunga scadenza e non è un caso che, ormai verso la mia tarda maturità, abbia pensato a un lavoro che torna alle origini stesse del melodramma. Ogni volta che inizia un mio pezzo – conclude Sciarrino – è come se si aprisse un mondo. C’è un solo modo per comprenderlo: creare il vuoto nella propria testa. Lasciarsi catturare dalla sorta d’ipnosi che ti conduce dentro pian piano. Per ascoltare bisogna essere disponibili a fare un viaggio, a conoscere, non solo a riconoscere e consumare sempre la stessa esperienza».


E La nuova Euridice è un viaggio nei versi di Rainer Maria Rilke interpretato dal poliedrico soprano canadese Barbara Hannigan. Nella seconda parte del concerto Pappano prosegue la sua esplorazione dei grandi lavori corali di Johann Sebastian Bach con il Magnificat, il Canticum Mariae tratto dal Vangelo secondo Luca. Durante il suo incarico di Kantor presso la chiesa di San Tommaso a Lipsia, Bach lo compose per i Vespri del Natale del 1723. In seguito fu rimaneggiato per essere eseguito tutto l’anno, indipendentemente dalla liturgia della Natività. La versione che si è imposta e che ancora oggi viene eseguita in concerto risale all’estate del 1733.  

Giovedì 26 marzo è il giorno dedicato alla danza, con tre grandi étoiles come Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Massimo Murro e il Balletto del Teatro alla Scala. In programma il mondo popolato di fate ed elfi del Sogno di una notte di mezza estate, tratto dall’omonima commedia di Shakespeare, qui proposto nella versione firmata da un genio della coreografia del XX secolo: George Balanchine, su musica di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Lo spettacolo, andato in scena nel 2007 con le scene e i costumi di Luisa Spinatelli, è uno dei balletti di maggior successo internazionale e ha collezionato repliche in ogni parte del mondo, entrando di diritto nella storia della danza. 

La settimana si chiude venerdì 27 marzo con la Salome di Richard Strauss, su libretto di Edwig Lachmann dall’omonimo dramma di Oscar Wilde, andata in scena al Teatro alla Scala nel 2007. La direzione è di Daniel Harding, all’epoca trentaduenne, che esalta la sensualità e la tavolozza cromatica della partitura, mentre la regia è affidata a Luc Bondy, che crea un ambiente chiuso e oscuro, illuminato solo dalla luce della luna che filtra dalle finestre, per rivelare la cisterna nella quale è rinchiuso il Battista. Protagonista la straordinaria Nadja Michael, alle prese con una delle sue parti predilette, che le consente di sfruttare appieno le sue doti fisiche e coreutiche nella celebre danza dei sette veli. Accanto a lei Peter Bronder come Herodes e Iris Vermillon come Herodias, Falk Struckmann nei panni di Jochanaan, Matthias Klink e Natela Nicoli come Narraboth e Paggio. La regia tv è curata da Emanuele Garofalo.