Aida 150

Un "successo splendidissimo"

Lunga la genesi di Aida. Auguste Mariette (1821-1881), archeologo francese e fondatore del Museo Egizio del Cairo, immagina una storia ambientata nell’Antico Egitto, che ritiene adatta come soggetto d’opera. E suggerisce a Isma’il Pascià, Kedivé d’Egitto, di farla realizzare e mettere in scena al nuovo teatro del Cairo in occasione dell’inaugurazione del canale di Suez. A Ismail Pascià l’idea piace molto e incarica Mariette di individuare tra i più illustri compositori di Francia, Germania e Italia il più adatto a musicare l’opera. Mariette, a sua volta, si rivolge come intermediario a Camille du Locle (1832-1903), allora direttore dell'Opéra-Comique, che aveva lavorato al libretto di Don Carlos.

Du Locle sceglie Giuseppe Verdi, che, dopo qualche iniziale perplessità, conquistato dal soggetto di Mariette, si lascia convincere. Comporrà Aida, a patto di avere il controllo sull'allestimento e sulla scelta del cast. Soprattutto, su quella del direttore d’orchestra, non avendo l’intenzione di recarsi personalmente in Egitto. Verdi vorrebbe Angelo Mariani, che, però, rifiuta. Al suo posto, sul podio, salirà Giovanni Bottesini. Du Locle scrive il libretto in prosa, in francese, mentre ad Antonio Ghislanzoni (1824-1893) viene affidato l’incarico di metterlo in versi in italiano. Verdi stesso interverrà a più riprese sul testo, suggerendo al poeta soluzioni alternative a quelle che non lo convincono.

Egregio Ghislanzoni, ho ricevuto i versi che sono belli, ma che non vanno del tutto bene per me. Com’ella ha tardato molto a mandarmeli, io, per non perdere tempo, ho fatto già il pezzo sui versi mostruosi che le ho mandato
Giuseppe Verdi

Per la prima volta Verdi si preoccupa anche della veridicità dei particolari, informandosi in modo puntuale sugli usi e costumi dell’Antico Egitto, sulle circostanze storiche, sugli strumenti dell’epoca.

La prima di Aida viene fissata per il gennaio del 1871, ma gravi eventi politici e bellici in Europa ne ritardano l’attuazione. Nel 1870, infatti, scoppia la guerra franco-prussiana. Parigi, dove Mariette ha fatto realizzare i costumi e le scene (dai pittori di dell'Opéra di Parigi Auguste-Alfred Rubé, Philippe Chaperon, Édouard Desplechin e Jean-Baptiste Lavastrele) da lui stesso ideati, è assediata. Solamente nel 1871, a guerra finita, sarà possibile trasferirli al Cairo. E il 24 dicembre di quello stesso anno, Aida sarà rappresentata per la prima volta.

'Aida' rappresenta un punto di svolta in cui emergono le spinte più innovative del periodo e che aprono alla fase del melodramma italiano di fine Ottocento; questo sia sul fronte della musica (un Verdi ormai maturo, mai adagiato sulle convenzioni e sul successo, giunto a un ulteriore gradino evolutivo rispetto al già sorprendente Don Carlos di pochi anni prima) sia su quello della poesia.
Edoardo Buroni

Il successo è totale e immediato. I più importanti critici europei inviano resoconti entusiastici: “Successo splendidissimo” recita un telegramma spedito a Verdi alla fine della prima.

E un altro “successo splendidissimo” attende l’opera in Italia. L’8 febbraio del 1872 è la volta della prima al Teatro alla Scala: il pubblico chiama Verdi sul palcoscenico per trentadue volte; al Maestro viene consegnato uno scettro d’oro e d’avorio.

Il pubblico le ha fatto buon viso. […] Certamente questa è fra le mie delle meno cattive. […]
Giuseppe Verdi

Alla prima milanese, segue quella del Regio di Parma (20 aprile 1872); del San Carlo di Napoli (30 marzo 1873, dove il delirio giunge al culmine: alla fine della rappresentazione, Verdi viene portato in trionfo dal teatro San Carlo fino al suo albergo con una fiaccolata); de La Fenice di Venezia (11 giugno 1873); del Regio di Torino (26 dicembre 1874), del Comunale di Bologna (30 settembre 1877); del Costanzi di Roma (8 ottobre 1881). E, poi, Lisbona (1878), Parigi (1880), New York (1886), Rio de Janeiro (1886).

In Brasile, dell’orchestra fa parte un giovanissimo violoncellista (diciannove anni): Arturo Toscanini. La prima di Aida non è un successo; la direzione del Maestro Leopoldo Miguéz non viene apprezzata e il giorno della seconda, il 30 giugno, Miguéz si dimette adducendo motivi di salute. Il Maestro sostituto, Carlo Superti, , però, viene accolto dal pubblico con una selva di fischi e d’insulti. Tutti i musicisti, allora, circondano Toscanini e lo convincono a raccogliere la bacchetta. Il giovane chiude lo spartito e, come fosse in trance, dirige tutta l’opera a memoria. Il seguito è noto...

La sensazionale scenografia musicale di 'Aida' è, senz’altro, fortemente responsabile della sua popolarità. Eppure, poche altre opere del Verdi maturo presentano una tale finezza di venature psicologiche. […] E quel che colpisce è proprio questa sorprendente capacità del compositore di trapassare senza scosse, in piena verità teatrale, dai grandi squarci collettivi alla solitudine dei principali personaggi […], trovando un impalpabile tessuto connettivo nella presenza di un esotismo che può essere considerato come un invisibile, ma sempre presente personaggio mito
Leonardo Pinzauti, critico musicale


CAST 
Prima rappresentazione: Il Cairo, Teatro dell`Opera, 24 dicembre 1871
Personaggi e interpreti
Aida: (soprano) Antonietta Anastasi-Pozzoni
Radamès: (tenore) Pietro Mongini
Amneris: (mezzosoprano) Eleonora Grossi
Ramfis: (basso) Paolo Medini
Amonasro: (baritono) Francesco Steller
Il re: (basso) Tommaso Costa
Grande Sacerdotessa: (soprano) Marietta Allevi
Il messaggero: (tenore) Luigi Stecchi-Bottardi

Scene: Auguste-Alfred Rubé, Philippe Chaperon, Édouard Desplechin e Jean-Baptiste Lavastrele su bozzetti di Auguste Mariette
Costumi: Henri de Montaut, con supervisione di Auguste Mariette
Coreografia: Alexandre Simon Henri Fuchs
Direttore di scena: Carlo d’Ormeville 
Maestro del coro: Giuseppe Devasini
Direttore d’orchestra: Giovanni Bottesini

Prima rappresentazione europea: Milano, Teatro alla Scala, 8 febbraio 1872
Personaggi e interpreti 
Aida: (soprano) Teresa Stolz
Radamès: (tenore) Giuseppe Fancelli
Amneris: (mezzosoprano) Maria Waldmann
Ramfis: (basso) Ormondo Maini
Amonasro: (baritono) Francesco Pandolfini
Il re: (basso) Davide Pavoleri
Grande Sacerdotessa: (soprano) Marietta Allevi
Il messaggero: (tenore) Luigi Vistarini

Scene: Auguste-Alfred Rubé, Philippe Chaperon, Édouard Desplechin e Jean-Baptiste Lavastrele su bozzetti di Auguste Mariette
Costumi: Henri de Montaut, con supervisione di Auguste Mariette
Coreografia: Alexandre Simon Henri Fuchs
Direttore di scena: Carlo d’Ormeville 
Maestro del coro: Giuseppe Devasini
Direttore d’orchestra: Franco Faccio