Tim Murray-Browne: come nasce Cave of Sounds

Il creatore dell'installazione al Museo della Scienza

Cave of Sounds nasce dall’idea di un gruppo di makers, artisti e ingegneri del Music Hackspace di Londra ed è la rappresentazione di come ci esprimiamo attraverso la tecnologia, di come la usiamo per fare musica insieme e di come quella stessa musica ci unisca in un collettivo. Ogni strumento è unico così come la persona che lo ha creato. Insieme formano un ensemble, ma senza musicisti professionisti: è compito dei visitatori suonare e scoprire la molteplicità di suoni prodotti, lasciandosi ispirare dal momento. Per noi musica, arte, scienza e tecnologia sono parti di un’unica espressione creativa e per questo siamo entusiasti di esporre la nostra opera proprio al Museo intitolato a Leonardo da Vinci, figura emblematica di questa sintesi 
Tim Murray-Browne.

Dal 23 ottobre 2022, il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano ospita Cave of Sounds di Tim Murray-Browne & Music Hackspace Ensemble, una nuova installazione artistica interattiva che esplora il potere della musica di connettere le persone e le potenzialità delle tecnologie digitali come strumenti per favorire l’espressione individuale e collettiva.

L'intervista a Tim Murray-Browne

CHE COS’È CAVE OF SOUNDS?

Cave of Sounds è un’installazione sonora interattiva ed è composta da 8 diversi strumenti musicali. Ogni strumento è stato creato da un artista diverso proveniente dal London Music Hackspace. A differenza degli strumenti cui siamo abituati, questi si attivano attraverso il movimento del corpo, delle ombre delle mani o azionando qualcosa. Tutto nasce da un processo collettivo sperimentale: ogni persona dà vita a uno strumento, incapsulando un’idea musicale perché ogni artista è anche un ingegnere. Abbiamo lavorato come un collettivo che si incontrava con cadenza fissa per provare come ogni singolo strumento si armonizzasse con gli altri: da qui siamo arrivati a un ensemble. Ops, sono stato io, questo è uno degli strumenti. Per una fruizione da parte del pubblico, non essendoci musicisti professionisti, sono i visitatori stessi che sono invitati a provare gli strumenti, senza dare loro particolari istruzioni perché il concept alla base dell’installazione è proprio quello di lasciarli liberi di provare, esplorare e scoprire. Prova quest’esperienza! E l’esperienza è proprio quella di scoprire da soli come azionare gli strumenti. Questa scoperta è parte del divertimento: Musica, tecnologia e tutto ciò che ruta attorno all’opera, sono tenute assieme proprio dal provare l’esperienza. 

COME È NATA L’IDEA DI CAVE OF SOUNDS?

Gli artisti hanno lavorato molto sulla relazione tra persone e macchine e tra persone e sistemi; quando ho iniziato la mia residenza al Music Hackspace, ho fatto molte ricerche sull’origine della musica, su come la comprendiamo e come interagiamo con essa. L’idea di Cave of Sounds è emersa provando a trasportare questo concetto all’interno di un ensemble, estendendolo poi al mondo dei music hacker e cercando il sistema per fare musica tutti insieme. Penso che il modo migliore per descriverlo sia guardare alla musica come una strada per partire dalla nostra individualità e creare un’identità collettiva. All'interno della music hack community, in cui le persone utilizzano la tecnologia per esprimersi, utilizziamo la musica proprio per connettere le persone. 

Chi è Tim Murray-Browne

Artista, programmatore e ricercatore, Tim Murray-Browne si è laureato in Matematica e computer science dall’Università di Oxford nel 2008 e ha preso un PhD in arte e musica al Queen Mary University of London nel 2012. Nel corso del suo dottorato si è concentrato in modo specifico sul rapporto fra tecnologia, narrazione e concetto di agency. Dopo diversi progetti di ricerca e di pratica artistica, nel 2019 ha fondato il “Preverbal Studio” per gestire il suo lavoro personale e supportare il lavoro di altri professionisti. E' ricercatore al Dyson School of Design Engineering dell’Imperial College London dove svolge ricerca in tecnologia del suono interattiva, e al Centre for Digital Music del Queen Mary University of London.

Il suo lavoro propone la creazione di sistemi interattivi in cui la cognizione fondata sulle azioni senso-motorie diventa lo strumento per indagare non solo le azioni compiute, ma anche quelle possibili con le relative conseguenze.