Elisabetta Strickland, Le madri di idee

Le donne scienziate e il Premio Nobel

Solo 61 donne su 900 hanno ricevuto il premio Nobel nei 120 anni di questa istituzione. Partendo da questa constatazione, Elisabetta Strickland in Le madri di idee, Le donne scienziate e il Premio Nobel, pubblicato da Nemapress, racconta la storia delle biologhe, dottoresse, fisiche, genetiste che sono riuscite, grazie a immani sforzi, ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento. L’esempio perfetto della forza delle donne è rappresentato da Marie Curie che l'ambito premio l’ha ottenuto per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911. Morta a 66 anni per le conseguenze delle ricerche sulla radioattività, ha trasmesso il suo amore per la scienza anche alla figlia Irène, premio Nobel per la chimica nel 1935. In Italia abbiamo Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina 1986, vissuta fino a 103 anni e famosa, oltre che per le sue ricerche scientifiche, per il suo impegno a favore dell’istruzione delle donne africane. Gli elementi ricorrenti, in queste storie di passione per la scienza e obiettivi raggiunti, sono la determinazione dei soggetti, che ha fatto loro superare ostacoli economici e pregiudizi, e un buon ambiente familiare, dai genitori (spesso anche loro scienziati) ai compagni di vita (per lo più colleghi), oltre all’incontro con insegnanti illuminati. Chiude il libro un capitolo sulle “Scienziate da Nobel ma non abbastanza”, donne che si sono viste sottrarre il premio da colleghi o professori: di fronte alla scorrettezza altrui, a volte non basta l’impegno individuale; questa pubblicazione è un incoraggiamento alle donne a scoprire il piacere della ricerca e a non farsi intimidire da nulla.   

Diceva Margherita Hack che le donne hanno tutti i numeri per essere delle valide scienziate, devono aggiungere però al loro bagaglio culturale la grinta: per affermarsi ed ottenere riconoscimenti e posti nei laboratori ancora oggi le donne fanno più fatica dei colleghi. Tuttavia hanno saputo distinguersi ed eccellere, nonostante si siano trovate spesso in ambienti ostili e pieni di preconcetti.


Elisabetta Strickland è stata professore ordinario di Algebra presso l’Università di Roma Tor Vergata; nel corso della sua carriera ha trascorso lunghi periodi di ricerca all’estero. È stata delegata del Rettore alle Pari opportunità. Nel 2007 è stata la prima donna nominata vicepresidente dell’Istituto nazionale di alta matematica. Nel 2013 è stata insignita dall’amministrazione capitolina del Premio donne eccellenti di Roma. Ha pubblicato racconti e articoli su riviste specializzate italiane e straniere e vari libri: L’ombrello non è mio (Aracne, 2003); I numeri nel cuore (Springer, 2008), con Ciro Ciliberto e Fausto Saleri; Scienziate d'Italia, Donzelli 2011; The ascent of Mary Somerville in the 19th century society, Springer International 2016; Il sari d'oro, Gangemi 2016; Distanti ma unite, Universitalia 2020.