"L'elefante nella stanza. Il valore (non solo ambientale) della biodiversità"
Festival dello Sviluppo Sostenibile 2025
Ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030 e almeno il 90% entro il 2050: è quanto prevede il Regolamento europeo sul Ripristino della Natura (Nature Restoration Law - NRL), approvato dal Parlamento e dal Consiglio UE nel 2024 per tutelare la biodiversità e contrastare il degrado ambientale che caratterizza l’Unione europea, dove oltre il 60% degli ecosistemi europei risulta in stato di degrado. Anche per l’Italia la condizione di ecosistemi terrestri, fluviali e marini è in forte e continuo peggioramento, come testimoniato dagli indicatori pubblicati nel Rapporto ASviS di ottobre 2024.
L’attuazione del Regolamento rappresenta un impegno di grande rilievo per portare a termine quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione italiana modificato nel 2022 (che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, gliecosistemi e la biodiversità, anche nell’interesse delle future generazioni) e anche per creare occupazione di qualità e migliorare il benessere delle persone. Ma a che punto è l’Italia? C’è un piano e ci sono risorse per attuare il Regolamento? Questi interrogativi affrontati, in un confronto tra esperti scientifici, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder per riflettere sulle priorità da affrontare e le iniziative concrete da attivare sul territorio nazionale.
Il ripristino degli ecosistemi non è solo una sfida ambientale ma una grande opportunità economica e sociale. L'Italia deve coglierla con convinzione e impegno, definendo al più presto un Piano ambizioso che integri e rafforzi le politiche esistenti e che venga finanziato con risorse adeguate, finora assenti nella programmazione definita dal Governo per i prossimi anni con il Piano Strutturale di Bilancio, al di là di quelle stanziate con il PNRR. Per queste ragioni l’ASviS sollecita l’istituzione urgente di una Cabina di Regia nazionale che consenta di integrare il Regolamento nelle politiche italiane presenti e future
Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell'ASviS
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha presentato un Position Paper che valuta le implicazioni del Regolamento europeo per il nostro Paese e formula alcune proposte concrete su come definire il PianoNazionale di Ripristino, che deve essere consegnato alla Commissione Europea entro settembre 2026, rendendolo coerente con i diversi altri piani settoriali esistenti, non attuati in modo adeguato. Le misure di ripristino dovrebbero essere pianificate in modo da concorrere alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento ai medesimi, nonché alla prevenzione e al controllo dell'impatto delle catastrofi naturali e del degrado del suolo. E dovrebbero mirare a ottimizzare le funzioni ecologiche, economiche e sociali degli ecosistemi, compreso il loro potenziale di produttività, tenendo conto del loro contributo allo sviluppo sostenibile delle regioni e comunità interessate.
Il Position Paper - elaborato su iniziativa del gruppo di lavoro ASviS dedicato al Goal 11 dell’Agenda 2030 – analizza nel dettaglio i principali ecosistemi, evidenziando criticità e opportunità di intervento. Per gli ecosistemi marini, è necessario ripristinare entro il 2030 almeno il 30% degli habitat marini degradati, con priorità riguardo a Posidonia oceanica, foreste di alghe brune e coralli profondi. Tali interventi, che richiedono tecnologie avanzate e ingenti investimenti, producono benefici ambientali ed economici rilevanti. Per gli ecosistemi fluviali, l’obiettivo europeo è il ripristino di almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero in Europa entro il 2030, quale misura essenziale per la prevenzione del rischio idrogeologico, a cui anche il nostro Paese è particolarmente esposto. Per gli ecosistemi urbani la NRL indica misure per la tutela e il ripristino di aree verdi e della volta arborea, mentre per gli ecosistemi agricoli gli Stati Ue, al fine di garantire la produzione agricola sostenibile nell’Unione, dovranno incrementare diversi indicatori di qualità della biodiversità inclusa qualità del suolo e diversità paesaggistica.
Per gli ecosistemi forestali, dovranno essere attuate misure atte ad aumentare la capacità di sequestro del carbonio, diversità delle specie e la connettività forestale. Un’azione specifica prevede la nuova piantumazione di tre miliardi di alberi nell’Unione Europea entro il 2030. Infine, per il ripristino delle popolazioni di insetti impollinatori, la NRL richiede interventi mirati evidenziandone l’importanza cruciale per l’equilibrio degli ecosistemi e della produttività agricola.
La Cabina di Regia dovrebbe essere guidata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con il supporto di un’unità tecnica operativa, alla quale dovrebbero partecipare anche ISPRA, ENEA e CNR, capace di raccordare le strategie ambientali, agricole, forestali e urbane esistenti, valorizzando anche gli interventi del PNRR. Occorre, inoltre, assicurare un forte coordinamento interistituzionale da parte delle strutture esistenti, come CIPESS, CITE, CIPU, la Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città, Struttura di Missione del PNRR, Osservatorio del PNACC e Dipartimento “Casa Italia” della Presidenza del Consiglio.
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