Castiglione d'Orcia: restaurata la Rocca Aldobrandesca

Castiglione d'Orcia: restaurata la Rocca Aldobrandesca

Riapre al pubblico uno degli insediamenti più antichi del territorio

02 Ago 2023 > 02 Ago 2023
Castiglione d'Orcia: restaurata la Rocca Aldobrandesca

Consegniamo  nuovamente la rocca aldobrandesca ai cittadini castiglionesi e ai visitatori di tutto il mondo, aggiungendo nuove importanti informazioni alla storia di Castiglione e della rocca stessa.
Claudio Galletti, sindaco di Castiglione d'Orcia

Dopo un accurato restauro conservativo e nuovi scavi archeologici, realizzati dal Comune di Castiglione d’Orcia, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, è stata riaperta al pubblico l'antica rocca medievale che sovrasta il borgo di Castiglione (Siena), riestituendo al visitatore uno dei paesaggi più suggestivi della Valle, patrimonio mondiale UNESCO.

Un po' di storia

Edificata dalla famiglia degli Aldobrandeschi in età alto-medievale a difesa della via Francigena, strada di collegamento fondamentale fra il Nord Italia e Roma, la "Torre e sodi incolti", come era contrassegnata negli antichi estimi catastali, fu tra i primi insediamenti a sorgere sul territorio. A partire dal 1090, i possedimenti a Castiglione degli Aldobrandeschi furono gradualmente ceduti al Monastero di San Salvatore sul Monte Amiata, per poi passare nel corso del XIII secolo alla Repubblica di Siena. In seguito a questa cessione, nel 1252, 198 capifamiglia castiglionesi giurarono fedeltà a Siena: fu da questo atto che gli storici ipotizzano la nascita del Comune di Castiglione d'Orcia.

Entrato nello Stato di Siena, il borgo fu dunque coinvolto anche nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini, subendo assedi e occupazioni. In questo periodo la rocca fu ripetutamente fortificata e restaurata per rinforzarne le difese e nel 1309 Siena prese atto della posizione strategica del fortilizio e dispose la ricostruzione del mastio, prendendo a modello la Rocca di Tentennano, l’attuale Rocca d’Orcia, a poche centinaia di metri più a nord.

Nel 1471, poi, furono ricostruite le mura del paese, realizzando una cinta esterna con quattro porte di accesso, porte dal grande significato storico: infatti a causa degli attriti fra Siena e il Sacro Romano Impero nel 1536, i Castiglionesi chiusero le porte all'imperatore Carlo V, mentre transitava in Val d'Orcia. Quasi per vendicare questo affronto, durante la Guerra di Siena, le truppe imperiali assediarono ed entrarono a Castiglione nel 1553, devastando e razziando ricchezze e suppellettili. Nel 1605 Castiglione fu concesso in feudo da Ferdinando I de’ Medici al nobile bolognese Giulio Riario, che divenne così Marchese di Castiglione d'Orcia, trasformando la rocca in dimora signorile.

Già pochi decenni dopo però, alla fine del XVIII secolo, con l'estinzione della famiglia, il palazzo fu adibito prima a colombario, poi, alla fine del Settecento, divenne una fornace di calcina ricavata dalle pietre calcaree del palazzo. In tempi recenti, nonostante sia stata risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, le spoliazioni e le demolizioni sono proseguite sino agli anni '60 del Novecento. Solo con il recente restauro si è posto fine a questo lungo periodo di abbandono e declino.

Il restauro e gli scavi archeologici

L'opera di restauro e consolidamento della rocca
ha interessato i tracciati murari che l'hanno caratterizzata fino alla metà del XVI secolo e le tre porte che consentivano l'accasso alla Valle. Gli scavi archeologici, inoltre, hanno restituito i resti di una chiesa databile fra l'XI e il XII secolo, probabilmente fatta costruire proprio dalla nobile famiglia Aldobrandeschi. Grazie al ritrovamento di moltissimi reperti gli archeologi hanno potuto ricostruire la fortuna e la vita della rocca nel corso dei secoli. Tra i ritrovamenti esemplari di vasellame ceramico senese, derutese e alto-laziale, oggetti in bronzo, monili e anelli, fra i quali una fede nunziale probabilmente appartenuta alla moglie dell'ultimo castellano, Agostino del Vescovo, e risalente alla metà del Cinquecento. Questo gioiello è oggi esposto nella piccola Sala d’Arte di Castiglione d'Orcia, allestita nell'ex Oratorio di San Giovanni, in cui sono conservate opere pittoriche di alcuni dei maggiori esponenti della Scuola Senese dei secoli XIV e XV, fra i quali Simone Martini, Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta e Giovanni di Paolo.

Il piano di valorizzazione

Il Comune di Castiglione d'Orcia, ultimato il restauro, ha sviluppato un piano di valorizzazione della Rocca organizzando un percorso di visita che collega direttamente il centro storico con l’antico complesso, come avveniva in epoca medievale. Particolarmente suggestiva è la visita notturna grazie all'illuminazione studiata per far risaltare la struttura.

Tutte le informazioni sul sito www.comune.castiglionedorcia.siena.it

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