Il Trittico dell'Ingegno italiano: Leonardo, Raffaello, Dante

Il Trittico dell'Ingegno italiano: Leonardo, Raffaello, Dante

2019 - 2021: i risultati e le scoperte

16 Giu 2023 > 16 Giu 2023
Il Trittico dell'Ingegno italiano: Leonardo, Raffaello, Dante
Un lavoro durato cinque anni con una messe di mostre, documenti e scoperte di grande rilievo. Il 16 giugno 2023 alle 16,30 nella Sala Capitolare del Senato (ma anche in streaming sui canali del Senato) verrà dato conto del grande lavoro fatto per il Trittico dell’Ingegno italiano dall’Accademia Nazionale dei Lincei nonché donati alla Biblioteca del senato tutti i materiali prodotti in questi cinque anni. Un percorso iniziato per celebrare i centenari di Leonardo, Dante e Raffaello che ha coinvolto studiosi e accademici di discipline umanistiche quanto scientifiche e che, nata con intento celebrativo, ha apportato nuovi dati e scoperte, basti ricordare il rinvenimento del blu egizio nella Galatea di Raffaello, che oltre a professare il suo amore per l’antico e l’ispirazione a quel mondo (ulteriormente avallato dalla mostra ancora in corso a Villa Farnesina in cui le opere dell’antichità che furono di Chigi dialogano con gli affreschi di Raffaello) lo ha reso concreto utilizzando i colori dell’antichità.

Programma
Ore 16.30 Roberto Antonelli, Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Saluti e presentazione del “Trittico dell’Ingegno italiano”
Ore 17.00 Giorgio Parisi, Vice Presidente dell’Accademia dei Lincei
Ore 17.15 Maurizio Brunori, Presidente emerito della Classe di Scienze Fisiche
Ore 17.30 Intervengono: Costanza Barbieri, Silvia De Santis, Antonio Forcellino, Lorenzo Mainini, Maria Luisa Meneghetti, Lucia Tomasi Tongiorgi, Carlo Vecce, Alessandro Zuccari

Quello del Trittico è stato un progetto volto non solo agli specialisti ma ai giovani, agli studenti e al più largo pubblico e che, come ricordato, ha avuto un carattere del tutto particolare, che poi è la caratteristica dei Lincei, ovvero una interdisciplinarità attiva che caratterizza organicamente l'istituzione lincea e costituisce ancor oggi un fondamentale elemento di distinzione rispetto alle altre grandi Accademia europee: la ricerca sui testi, artistici o letterari che fossero, l'attenzione alla loro testualità e ai loro valori per il presente e l'attenzione alla loro conservazione e restauro, in stretta collaborazione per la parte figurativa fra scienze naturali e umane), ma anche un'attenzione costante alla diffusione dei risultati e ad un rapporto di simpatia (nell’accezione greca del termine: sumpateia) col pubblico.

Le numerose pubblicazioni nate in questi cinque anni (dagli atti dei convegni ai cataloghi delle mostre) danno conto del lavoro fatto. Sinteticamente si tratta di: cinque mostre con relativi cataloghi per Leonardo (con la ricostruzione filologica e materiale della sua bottega), accompagnate dalla "Mostra impossibile" a cura di Renato Parascandolo con riproduzione ad altissima definizione e retroilluminazione di tutta l'opera conosciuta di Leonardo (quella che neppure Leonardo vide mai), da un ciclo di sette conferenze (Leonardo da Vinci: 7 parole chiave) e da un convegno sulla tecnica pittorica di Leonardo; tre mostre, un docufilm e due convegni internazionali per Dante; una mostra dedicata al rapporto fra Agostino Chigi, l'Antico e Raffaello; il restauro degli affreschi di Raffaello, Sebastiano dal Piombo e il Sodoma in Villa Farnesina, due convegni internazionali dedicati alla scoperta del blu egizio e a Raffaello in Villa Farnesina a cura di Antonio Sgamellotti; una mostra dedicata alle modalità con cui fu celebrato il precedente centenario dei tre Grandi (Il trittico del centenario, 1919-1920-1921 a cura di Virginia Lapenta e Guicciardo Sassoli de' Bianchi Strozzi): una mostra piccola ma con grandi pezzi e dallo straordinario successo: presto sarà a Pechino. Il tutto ha richiesto la partecipazione, del tutto gratuita, di decine di grandi specialisti, e di centinaia di collaboratori di altissime competenze.




LEONARDO
Questo lungo percorso è iniziato nel 2019 con Leonardo: in primo luogo affrontando le sue scoperte anatomiche e fisiologiche; di qui ai suoi libri, sia di letteratura che di scienze, ovvero un accertamento filologico dei libri posseduti e letti dal Genio di Vinci; poi la mostra Leonardo a Roma, a cura di Antonio Forcellino e Roberto Antonelli, che affrontava uno dei periodi meno studiati e noti della vita e dell'attività del maestro. Ne sono derivati risultati rilevanti e ancora da approfondire, con il restauro e la riscoperta della Gioconda delle Gallerie Nazionali d'Arte Antica, in deposito presso la Camera dei deputati, il Salvator mundi di S. Domenico maggiore (dimostratosi di gran lunga superiore al famoso -famigerato- esemplare venduto in Medio Oriente), la Gioconda Nuda della Fondazione Primoli. Conseguentemente è stato indagato di nuovo anche il rapporto che lega queste due opere con la Fornarina di Raffaello e la sottolineatura dell'attività di bottega in Leonardo e Raffaello con le conseguenze che si trarranno in un prossimo convegno internazionale sul tema "Originali e varianti d'autore", con relative conseguenze per un mercato dell'arte così inquinato da interessi economici, a volte selvaggi. La mostra sugli originali, varianti e copie è stata affiancata dall'analisi del ruolo svolto dalle incisioni e dalle pubblicazioni su Leonardo nella diffusione dell'opera dell'artista fra Ottocento e Novecento con la mostra Leonardo in traduzione: dalla Gioconda di Calamatta all'attività editoriale dei Lincei, a cura di Lucia Tomasi Tongiorgi e dall'applicazione di tecniche sofisticate all'analisi dell'opera pittorica a noi pervenuta, con il convegno Leonardo and his circle: painting techinique in the light of restorations and scientific studies a cura di Antonio Sgamellotti. L'attività di restauro è andata così oltre la mostra di Leonardo e con l'aiuto di altri mecenati ha investito gli affreschi del Sodoma allievo di Leonardo, con la scoperta di nuovi graffiti dei lanzichenecchi, col restauro della Galatea e del Polifemo, la scoperta del blu egizio sul trionfo di Galatea da parte di Antonio Sgamellotti e lo stimolo da questi dato al monitoraggio di Villa Farnesina, con conseguente istituzione del Centro linceo di ricerca sui Beni culturali (CERIF).

DANTE
Anche le mostre su Dante hanno permesso nuove acquisizioni scientifiche e restauri, con la definizione della Biblioteca di Dante attraverso le sue stesse dichiarazioni e l'esposizione di 76 manoscritti se non direttamente letti almeno molto vicini a quelli letti dall'Alighieri nelle sue peregrinazioni: ovvero il tentativo di ricostruire su basi "materiali" i percorsi creativi della poesia di Dante. È stato il primo tentativo del genere nella critica e nella cultura italiana, così come quello, ancor più innovativo e audace, che hariguardato anche ciò che potremmo definire la "Biblioteca" artistica di Dante: la mostra Con gli occhi di dante, L'Italia artistica nell'età della Commedia curata da Alessio Monciatti, recentemente mancato, e da Maria Luisa Meneghetti, cui va associato il docufilm Le vie di Dante. L'Italia artistica al tempo della Commedia a cura di Lorenzo Mainini e Roberto Antonelli e la grande mostra su La ricezione della Commedia dai manoscritti ai media, a cura di Silvia De Santis, Luciano Formisano e Roberto Antonelli, con 30 manoscritti fondamentali della più antica tradizione del poema e 100 pezzi complessivi della sua fortuna nei secoli, fino a una mirabile serigrafia su Paolo e Francesca di un grande pittore contemporaneo, Gianfranco Baruchello per testimoniare il senso e la funzione della ricezione della Commedia nella costituzione dell'identità italiana, dai primi manoscritti fino ai fumetti, al cinema e ai media, videogiochi compresi.

RAFFAELLO
Infine Raffaello, ovvero la mise en abyme attraverso il luogo stesso di quel rapporto con l'Antico che dà il nome alla mostra di Raffaello, nella Villa che fu concepita dal suo edificatore, Agostino Chigi, come scrigno aperto a tutti gli artisti e gli intellettuali contemporanei nella mostra in corso (fino al 2 luglio) a Villa Farnesina. La mostra su Raffaello e il grande banchiere papale Agostino Chigi avrebbe dovuto precedere quella dantesca, ma la sua collocazione in posizione conclusiva ben si presta tuttavia a sottolineare sul piano simbolico il senso complessivo del Trittico e le finalità del progetto proposto dall'Accademia dei Lincei. La Villa Farnesina, dove si svolge la mostra, è infatti il luogo ove la Classicità e la tradizione classica hanno vissuto una delle più alte celebrazioni: Umanesimo e Rinascimento fiorentino, attraverso la mediazione dei Chigi, umanesimo e Rinascimento romano, nel primo Cinquecento, attraverso la corte papale e la presenza dei più grandi artisti italiani, da Leonardo a Raffaello, a Baldassarre Peruzzi, agli allievi di Raffaello e Leonardo, da Giovanni da Udine al Sodoma, trovano in Chigi non solo un mecenate "Magnifico", come fu non a caso definito, ma anche il punto di riferimento per il loro lavoro, attraverso le sue collezioni e la passione per la ricerca antiquaria. Agostino Chigi fu per Raffaello più che un committente un amico e sodale, unito dalla stessa venerazione per la classicità; quella stessa venerazione che portava Raffaello a esplorare fin nei cunicoli la passata grandezza di Roma e a proporsi, nella celebre lettera a Leone X, quasi come primo vero conservatore dei Beni culturali. Alla costruzione della Villa da parte di Agostino Chigi e del suo architetto e pittore Peruzzi, nel 1506, alla realizzazione nella Villa di affreschi fra i più celebri del Rinascimento, alla presenza e all'opera di Leonardo e Raffaello, è impossibile non associare tutti gli altri grandi del Rinascimento, da Machiavelli all'Ariosto, che in quegli stessi anni pubblicavano alcuni dei testi fondativi della nuova civiltà italiana ed europea.