Prix Italia 2024
76ª edizione
01 Ott 2024 > 04 Ott 2024
Anche quest’anno il Prix Italia, giunto alla 76ª edizione che si terrà a Torino dall’1 al 4 di ottobre, si propone come luogo di incontro e confronto tra culture, linguaggi e media differenti.
I 252 programmi in concorso, inviati da 76 broadcaster appartenenti a 50 Paesi, rappresentano l’eccellenza internazionale della produzione radiofonica, televisiva e multimediale. Si tratta di voci forti e chiare, come recita il claim dell’edizione, grazie alle quali diventa possibile tracciare una ricca panoramica su temi, problematiche, tendenze culturali e questioni sociali legate alla complessità del nostro tempo, con diversi riferimenti alla scottante attualità, alle sfide del futuro e con lo sguardo rivolto all’orizzonte delle più recenti innovazioni tecnologiche.
Naturalmente, molti dei programmi in concorso affrontano tematiche di interesse globale che abitano la nostra quotidianità. La riflessione critica intorno a innovazione digitale e intelligenza artificiale, centrale in quest’edizione del Prix Italia, emerge anche in opere come Alter Ego. La inteligencia invisible (Alter Ego: The Invisible Intelligence, RTVE – Spagna), documentario che si interroga sull’impatto che l’AI avrà sulla società e sulle nostre vite nei prossimi decenni, e Lap-See Lam – konstnären och den sjungande kocken (Lap-See Lam – The Artist and the Singing Chef, SVT – Svezia), in cui una giovane artista cinese trasferisce il ristorante di famiglia, destinato alla chiusura, all’interno di un nuovo ambiente ibrido integrato con la realtà virtuale. Il discorso prosegue anche con prodotti interattivi come Fortune (ARTE France – Francia), che fa uso della realtà aumentata per evidenziare le disuguaglianze economiche della società occidentale del terzo millennio e metterci in guardia sul potere corrosivo del denaro.
I drammatici scenari di guerra sono ancora presenti nelle narrazioni, come quella dei tanti civili ucraini costretti a diventare soldati per difendere le proprie famiglie, narrata in Ukraine’s Civilian Soldiers: The War Recorded on Smartphones (NHK – Giappone), o quella alla base della spinosa questione israelo-palestinese, presentata in Zionism: Manufacturing a State (TRT – Turchia).
In un panorama geopolitico sempre più instabile, migrazioni e confini sono ancora oggetto di grande interesse per i broadcaster. Accade ad esempio in Darién no es una ruta (Darién is not a route, SERTV – Panama), toccante documentario che segue alcuni cittadini panamensi che lavorano al confine con la Colombia rischiando ogni giorno la propria vita, su una rotta considerata tra le più pericolose al mondo. Uzrok smrti: granica (Cause of Death: The Border, HRT – Croazia), invece, segue il disperato tentativo dei migranti che dalla Bosnia cercano di attraversare il confine croato per entrare nell’Unione Europea nella speranza di una vita migliore, subendo maltrattamenti che spesso sfociano in brutali omicidi.
Di sopravvivenza, intesa nelle sue accezioni semantiche più eterogenee, parlano Language of my Soul (SABC – Sudafrica), documentario la cui protagonista è l’ultima persona al mondo a parlare la lingua indigena sudafricana nǀu, ormai destinata all’estinzione, e Fais un homme de toi: thérapies de conversion (Make a Man of Yourself: Conversion Therapies, CBC/SRC – Canada), che ripercorre la storia di Laurent, settantenne che ha abbracciato una nuova vita dopo anni di terapie di conversione che l’avevano costretto a negare la propria omosessualità.
L’empowerment femminile è il fulcro di produzioni come Women of Science (RTBF – Belgio), documentario belga che tenta di riscattare la memoria di tutte quelle donne che sono state rimosse dalla memoria collettiva nonostante i loro fondamentali contributi alla scienza, mentre il francese Le compromis – Dans les coulisses du pouvoir (Everyone’s Business, ARTE G.E.I.E – Francia) segue la lotta di tre europarlamentari nel combattere le ingiustizie della globalizzazione causate dalla mancanza di responsabilità da parte delle grandi aziende private.
Negli ultimi tempi il tema della salute mentale, specialmente tra le generazioni più giovani, sta assumendo rilevanza e priorità sempre maggiori. Lo confermano opere come Sur le fil (On The Edge, ARTE France – Francia), indagine sul bipolarismo che incombe sulla famiglia dell’autrice, ma di cui nessun membro è mai stato consapevole.
Diversi sono i programmi che trattano di identità e tradizione locale, esplorando le culture dei diversi Paesi del mondo in una veste moderna, enfatizzando come l’innovazione possa rivitalizzare e allo stesso tempo preservare le nostre radici.
Molto presente anche il tema della famiglia, affrontato sotto diverse sfaccettature, e di criminalità con i casi mediatici ad essa connessi, offrendo storie coinvolgenti e riflessive.
Le vicende a sfondo storico si rivelano ancora in grado di proporre un insieme di narrazioni vivaci. In Die Affäre Finaly – Entführt im Auftrag des Vatikans (The Finally Affair – Abducted by order of the Vatican, ORF – Austria) ci troviamo nel 1953 e due orfani dell’Olocausto vengono rapiti da alcuni sacerdoti per ordine del Vaticano e portati dalla Francia alla Spagna.
Numerosi i programmi dedicati all’esplorazione della delicata fase dell’adolescenza. Il podcast Prvič (The First Time, RTV Slovenija – Slovenia) è un viaggio nelle esperienze uniche e spesso turbolente che segnano il passaggio all’età adulta. Dakar Sistaz – 1/3 (ČT – Repubblica Ceca), invece, è una docu-serie che narra le gesta dei gemelli Aliyyah e Yasmeen Koloc nel competitivo mondo del Dakar Rally.
Proposte artistiche particolarmente stimolanti si registrano anche nelle categorie Radio Music e TV Perfoming Arts. Diversi sono i generi musicali che le animano: si va dal repertorio classico al folclore locale al k-pop, il genere sudcoreano che in pochi anni ha conquistato il mondo intero.
Prodotti dedicati alla scoperta della personalità degli artisti, che si tratti della turbolenta vita di George Michael in De Laatste Dagen Van… George Michael (The Last Days Of… George Michael, NPO – Paesi Bassi) o di seguire Cátia de França, Ceumar e Déa Trancoso in un inedito tour per il Brasile in Sonora Brasil, líricas femininas: Líricas Transcendentes (Sounds from Brazil, lyrical feminie: Lyrical Transcendence, Sesc TV – Brasile).
Spazio anche a programmi che esplorano i processi produttivi del cinema e delle arti performative, come Studio Ghibli and Hayao Miyazaki’s 2399 Days (NHK – Giappone), documentario che segue le diverse fasi creative dei film del famoso studio d’animazione giapponese e del genio che lo ha fondato.
Infine, non mancano questioni etiche e sociali di stretta attualità. È il caso della fumettista siriana Amany Al-Ali, che è riuscita a diffondere il suo grido di resistenza all’estero dopo essere stata censurata in patria, come raccontato in Zeichnen aus Protest – Syrien: Die Karikaturistin Amany Al-Ali (Draw for Change – Behind the Lines Syria: Cartoonist Amany Al-Ali, ARD – Germania), o quello di Hiperia (Hyperia, RTVE – Spagna), che ci lascia sbigottiti di fronte a un’intelligenza artificiale che diventa autrice e conduttrice di un programma radiofonico per giovani.
Consulta il PROGRAMMA COMPLETO di Prix Italia 2024
I 252 programmi in concorso, inviati da 76 broadcaster appartenenti a 50 Paesi, rappresentano l’eccellenza internazionale della produzione radiofonica, televisiva e multimediale. Si tratta di voci forti e chiare, come recita il claim dell’edizione, grazie alle quali diventa possibile tracciare una ricca panoramica su temi, problematiche, tendenze culturali e questioni sociali legate alla complessità del nostro tempo, con diversi riferimenti alla scottante attualità, alle sfide del futuro e con lo sguardo rivolto all’orizzonte delle più recenti innovazioni tecnologiche.
Naturalmente, molti dei programmi in concorso affrontano tematiche di interesse globale che abitano la nostra quotidianità. La riflessione critica intorno a innovazione digitale e intelligenza artificiale, centrale in quest’edizione del Prix Italia, emerge anche in opere come Alter Ego. La inteligencia invisible (Alter Ego: The Invisible Intelligence, RTVE – Spagna), documentario che si interroga sull’impatto che l’AI avrà sulla società e sulle nostre vite nei prossimi decenni, e Lap-See Lam – konstnären och den sjungande kocken (Lap-See Lam – The Artist and the Singing Chef, SVT – Svezia), in cui una giovane artista cinese trasferisce il ristorante di famiglia, destinato alla chiusura, all’interno di un nuovo ambiente ibrido integrato con la realtà virtuale. Il discorso prosegue anche con prodotti interattivi come Fortune (ARTE France – Francia), che fa uso della realtà aumentata per evidenziare le disuguaglianze economiche della società occidentale del terzo millennio e metterci in guardia sul potere corrosivo del denaro.
I drammatici scenari di guerra sono ancora presenti nelle narrazioni, come quella dei tanti civili ucraini costretti a diventare soldati per difendere le proprie famiglie, narrata in Ukraine’s Civilian Soldiers: The War Recorded on Smartphones (NHK – Giappone), o quella alla base della spinosa questione israelo-palestinese, presentata in Zionism: Manufacturing a State (TRT – Turchia).
In un panorama geopolitico sempre più instabile, migrazioni e confini sono ancora oggetto di grande interesse per i broadcaster. Accade ad esempio in Darién no es una ruta (Darién is not a route, SERTV – Panama), toccante documentario che segue alcuni cittadini panamensi che lavorano al confine con la Colombia rischiando ogni giorno la propria vita, su una rotta considerata tra le più pericolose al mondo. Uzrok smrti: granica (Cause of Death: The Border, HRT – Croazia), invece, segue il disperato tentativo dei migranti che dalla Bosnia cercano di attraversare il confine croato per entrare nell’Unione Europea nella speranza di una vita migliore, subendo maltrattamenti che spesso sfociano in brutali omicidi.
Di sopravvivenza, intesa nelle sue accezioni semantiche più eterogenee, parlano Language of my Soul (SABC – Sudafrica), documentario la cui protagonista è l’ultima persona al mondo a parlare la lingua indigena sudafricana nǀu, ormai destinata all’estinzione, e Fais un homme de toi: thérapies de conversion (Make a Man of Yourself: Conversion Therapies, CBC/SRC – Canada), che ripercorre la storia di Laurent, settantenne che ha abbracciato una nuova vita dopo anni di terapie di conversione che l’avevano costretto a negare la propria omosessualità.
L’empowerment femminile è il fulcro di produzioni come Women of Science (RTBF – Belgio), documentario belga che tenta di riscattare la memoria di tutte quelle donne che sono state rimosse dalla memoria collettiva nonostante i loro fondamentali contributi alla scienza, mentre il francese Le compromis – Dans les coulisses du pouvoir (Everyone’s Business, ARTE G.E.I.E – Francia) segue la lotta di tre europarlamentari nel combattere le ingiustizie della globalizzazione causate dalla mancanza di responsabilità da parte delle grandi aziende private.
Negli ultimi tempi il tema della salute mentale, specialmente tra le generazioni più giovani, sta assumendo rilevanza e priorità sempre maggiori. Lo confermano opere come Sur le fil (On The Edge, ARTE France – Francia), indagine sul bipolarismo che incombe sulla famiglia dell’autrice, ma di cui nessun membro è mai stato consapevole.
Diversi sono i programmi che trattano di identità e tradizione locale, esplorando le culture dei diversi Paesi del mondo in una veste moderna, enfatizzando come l’innovazione possa rivitalizzare e allo stesso tempo preservare le nostre radici.
Molto presente anche il tema della famiglia, affrontato sotto diverse sfaccettature, e di criminalità con i casi mediatici ad essa connessi, offrendo storie coinvolgenti e riflessive.
Le vicende a sfondo storico si rivelano ancora in grado di proporre un insieme di narrazioni vivaci. In Die Affäre Finaly – Entführt im Auftrag des Vatikans (The Finally Affair – Abducted by order of the Vatican, ORF – Austria) ci troviamo nel 1953 e due orfani dell’Olocausto vengono rapiti da alcuni sacerdoti per ordine del Vaticano e portati dalla Francia alla Spagna.
Numerosi i programmi dedicati all’esplorazione della delicata fase dell’adolescenza. Il podcast Prvič (The First Time, RTV Slovenija – Slovenia) è un viaggio nelle esperienze uniche e spesso turbolente che segnano il passaggio all’età adulta. Dakar Sistaz – 1/3 (ČT – Repubblica Ceca), invece, è una docu-serie che narra le gesta dei gemelli Aliyyah e Yasmeen Koloc nel competitivo mondo del Dakar Rally.
Proposte artistiche particolarmente stimolanti si registrano anche nelle categorie Radio Music e TV Perfoming Arts. Diversi sono i generi musicali che le animano: si va dal repertorio classico al folclore locale al k-pop, il genere sudcoreano che in pochi anni ha conquistato il mondo intero.
Prodotti dedicati alla scoperta della personalità degli artisti, che si tratti della turbolenta vita di George Michael in De Laatste Dagen Van… George Michael (The Last Days Of… George Michael, NPO – Paesi Bassi) o di seguire Cátia de França, Ceumar e Déa Trancoso in un inedito tour per il Brasile in Sonora Brasil, líricas femininas: Líricas Transcendentes (Sounds from Brazil, lyrical feminie: Lyrical Transcendence, Sesc TV – Brasile).
Spazio anche a programmi che esplorano i processi produttivi del cinema e delle arti performative, come Studio Ghibli and Hayao Miyazaki’s 2399 Days (NHK – Giappone), documentario che segue le diverse fasi creative dei film del famoso studio d’animazione giapponese e del genio che lo ha fondato.
Infine, non mancano questioni etiche e sociali di stretta attualità. È il caso della fumettista siriana Amany Al-Ali, che è riuscita a diffondere il suo grido di resistenza all’estero dopo essere stata censurata in patria, come raccontato in Zeichnen aus Protest – Syrien: Die Karikaturistin Amany Al-Ali (Draw for Change – Behind the Lines Syria: Cartoonist Amany Al-Ali, ARD – Germania), o quello di Hiperia (Hyperia, RTVE – Spagna), che ci lascia sbigottiti di fronte a un’intelligenza artificiale che diventa autrice e conduttrice di un programma radiofonico per giovani.
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