Termini 70

Roma, paesaggio, architettura e costume

In  una  Roma  ancora  ferita  dalla  guerra, il 20 dicembre del 1950 fu inaugurata, dall’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, la nuova Stazione Termini. Il complesso spiccava su Piazza dei Cinquecento con la sua pensilina ondulata, detta "il Dinosauro", che subito ne divenne il simbolo

L’avveniristica  pensilina  di  cemento  armato  sulla  facciata di piazza dei Cinquecento segnalava una grande voglia di ricominciare, un desiderio di essere  moderni,  funzionali,  lontani  da monumentalità e retorica. Lì a  pochi passi, essa contrastava con lo scenario delle  case  distrutte  dalle  bombe  nel  quartiere  San  Lorenzo. L'ardita soluzione formale, opera degli architetti Eugenio Montuori, Leo Calini, Annibale Vitellozzi e Vasco Fadigati,  incorniciava  nella  grande  vetrata con un tratto superstite delle Mura Serviane, la cinta muraria più antica di Roma iniziata da Tarquinio Prisco (VI a.C.) e terminate sotto Servio Tullio. 
Da   questo   grande   atrio   luminoso,   occupato  allora  come  oggi  dalle  biglietterie, si accede a una larga strada pedonale  coperta chiamata “galleria gommata” per via del moderno pavimento in gomma che ha caratterizzato per molti anni questo spazio. Oggi, il pavimento della galleria è stato sostituito dalla nuova pavimentazione in ceramica che ricostruisce fedelmente le scanalature dell’originaria gomma. Dalla lunga galleria  che unisce  i  due  fianchi  della  stazione,  percorsi  da  via Giolitti  e  da  via  Marsala, procedendo  oltre  si  arriva  alla  galleria  di  testa  dove si trovano i binari. 

Questo  impianto  razionale,  che  diluisce in vari transiti successivi il passaggio dal viaggio in treno alla città e viceversa, rimasto sostanzialmente  sino ad  oggi,  si  è  dimostrato capace di accogliere molti aggiornamenti


Progetto della nuova Stazione Termini di Angiolo Mazzoni, 1938, sospeso nel 1943 

La prima Stazione Termini fu progettata da Salvatore Bianchi, edificata tra campi e vigne dell'Esquilino nel 1867. Già dopo la prima guerra mondiale, i  problemi  da  superare per  la  nuova  stazione  erano  molti  e  non  solo  di carattere tecnico. Durante il fascismo, il rinnovamento di Termini fu  commissionato nel 1938 all’Architetto-ingegnere delle ferrovie Angiolo  Mazzoni (1894-1979),  progettista  di  valore,  curioso ed  eclettico,  che aveva già realizzato in Italia di stazioni e uffici postali di eccelsa qualità.  Influenzato dalle suggestioni della romanità e probabilmente spinto da sollecitazioni di ordine politico, Mazzoni, nel progetto aveva unito al suo gusto moderno una nota monumentale per una stazione che doveva essere anche simbolo del regime e porta dell’Impero. Per questo la facciata su piazza dei Cinquecento si presentava con un massiccio porticato in marmo. I lavori furono sospesi nel ’43, quando la facciata non era stata ancora realizzata, mentre  era  pronto il lato più vicino alle vie di accesso al centro città,  su via Giolitti. Mazzoni l’aveva considerato, proprio per questo, una seconda facciata con grandi arcate e al piano superiore, un lunghissimo  corridoio  ad  archi come negli antichi monumenti ed acquedotti della Roma imperiale. Oggi del progetto Mazzoni sono visibili questo tratto chiamato “ala mazzoniana”, le due torri idriche, un po’ metafisiche, sul fondo della stazione e il fabbricato terminale su colonne di granito alla fine di via di Porta San Lorenzo, vicino al sottovia di Santa Bibiana.. 

Per  realizzare  la nuova Stazione  Termini erano bastati tre anni, ma da quel lontano 1950, molti sono stati gli interventi architettonici e funzionali migliorativi della struttura

Il pregio principale del progetto del dopoguerra di Montuori,  Calini, Vitellozzi e Fadigati fu  la  morbida transizione dal vecchio  al  nuovo edificio, sia nella  facciata, sia sul  lato  di via  Giolitti, dove i passeggeri che vanno di fretta non hanno l’impressione  di discontinuità. Questa visione omogenea, fu esaltata dalla splendida fotografia in bianco e nero del film Stazione Termini (1953) di Vittorio De  Sica, realizzato interamente  dentro  lo  scalo  ferroviario. 
La  stazione, pur  composta di tanti edifici, riesce tutt'oggi a dare un’impressione unitaria cui contribuisce anche la recente Terrazza Termini (2016), una food lounge in vetro e acciaio che offre una panoramica unica dei binari e dei lavori in corso sul nuovo parcheggio rialzato. Sempre in Terrazza, sedute, postazioni di ricarica per i device, le toilette e le lounge degli operatori ferroviari.

I primi importanti ammodernamenti furono quelli del collegamento con la prima linea della metro (1955) che trasformarono Roma Termini in un affollato snodo di collegamento per la città  

Ma la bellezza dei nuovi ambienti e la loro modernità, in linea con l’Italia che rinasceva e aveva voglia di futuro, ispirarono oltre al cinema anche la moda. La stazione divenne scenografia prestigiosa di passerelle e defilé delle più importanti case di moda della capitale, luogo di elezione per le esibizioni di un “made in Italy” che ormai stava conquistando il mondo.
Nel 1960 la stazione divenne il cuore del traffico di turisti e sportivi convenuti a Roma per le Olimpiadi con biglietterie dedicate, assistenza alle comitive, interpreti, treni straordinari: la stazione divenne la “piazza” colorata e festosa del villaggio olimpico romano. In fondo, la nuova e avveniristica architettura di Termini si coniugava perfettamente con le moderne architetture realizzate a Roma per l’occasione come lo Stadio Olimpico, il Palazzetto dello Sport di Nervi, il Velodromo, il laghetto dell’EUR. 

Il legame della stazione con la funzione ufficiale di Roma capitale, fece dello scalo romano il luogo di partenza e di arrivo di molti viaggi ufficiali con il transito di personalità politiche famose. Rimase celebre, nel 1970,  la partenza dell’imperatore d’Etiopia Hailé Selassié per il suo viaggio ufficiale in Italia attorniato da alte uniformi e folle di curiosi

Negli anni Ottanta del Novecento, la stazione cominciò ad adeguarsi al nuovo mondo dell’elettronica e delle tecnologie. Nelle biglietterie comparve un nuovo sistema automatizzato per l’emissione di biglietti internazionali, mentre l’atrio cominciò ad animarsi con la comparsa dei primi schermi televisivi; nel 1987, venne installato, per la prima volta, un maxischermo collegato con i mondiali di atletica leggera che quell’anno si tenevano allo Stadio Olimpico di Roma.
Con l’avvicinarsi del Giubileo del 2000, iniziarono anche i primi grandi interventi di riqualificazione sugli spazi interni della stazione che cominciavano a mostrare i segni degli anni. Tra il 1997 e il 1999 gli ambienti del sotterraneo, investiti da un lungo processo di degrado, furono oggetto di un grande progetto di restyling con la realizzazione del Forum Termini, un centro di servizi commerciale di 14.000 mq di vetrine per ogni categoria merceologica. In quegli anni furono ristrutturate le biglietterie con l’introduzione di quelle automatiche, le strutture di informazione, il deposito bagagli, la Sala Viaggiatori ed i servizi igienici, oggi costantemente presidiati.

La Galleria Centrale, ex "galleria gommata", da semplice collegamento pedonale fra via Marsala e via Giolitti, è stata trasformata in un'area di servizi e shopping per viaggiatori e cittadini 

L’architettura originaria di Roma Termini, un mix di stili in bilico fra anni Trenta e Cinquanta del Novecento, è stata integrata da interventi moderni firmati dallo staff di Grandi Stazioni, in collaborazione con designers affermati (Atelier Mendini, Michele De Lucchi, Pierluigi Cerri, Vignelli Associates e Piero Castiglioni). Esempio lampante, il restauro dell’Ala Mazzoniana, progettata da Mazzoni, che purtroppo negli anni ha conosciuto una parabola discendente a causa di usi impropri ed abbandono. 
L’Ala di via Giolitti, è divenuta un centro polifunzionale dove trovano spazio servizi di pubblica utilità e Food innovativo (il mercato Centrale); lo spazio rappresenta anche una nuova porta di accesso alla stazione che è diventata così permeabile e completamente interconnessa al quartiere e alla città.
Termini è l’unica stazione al mondo a poter vantare al proprio interno reperti archeologici di grande valore come le Mura Serviane. Sono le mura di cinta più antiche di Roma arrivate a noi e sono perfettamente osservabili dall’atrio principale e dal Forum Termini.

Il 23 dicembre 2006, con una cerimonia ufficiale, la Stazione Termini è stata dedicata a Papa Giovanni Paolo II e nel 2011, è stata posta una statua alta più di 5 metri su Piazza dei Cinquecento, realizzata da Olivero Rinaldi

La gallery di Rai Cultura ricorda questo compleanno speciale della Stazione Termini, il suo importante passato che ha accompagnato lo sviluppo economico e sociale del nostro paese, ma anche il suo futuro fatto di innovazione, sostenibilità e tecnologia. Oggi Roma Termini ha un ruolo di primissimo piano nel sistema di trasporto cittadino, regionale, nazionale e internazionale.

I NUMERI 
225.000 mq di superficie totale
850 treni al giorno
480.000 frequentatori al giorno 
150.000.000 frequentatori ogni anno 






 

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