Contare i lupi

Luigi Boitani

All’inizio degli anni '70 in Italia sopravvivevano un centinaio di lupi, quasi tutti arroccati nelle montagne dell’Abruzzo. Quarant’anni dopo, il lupo è tornato a colonizzare anche zone dove non si vedeva da più di un secolo ha ripreso a popolare l’Italia: gli Appennini (2000 circa), le colline della Toscana (circa 500), infine le Alpi con sconfinamenti verso le città. 
Alcuni avvistamenti recenti parlano di un ritorno del lupo anche alle porte di Roma, a Castel di Guido e nel Parco di Veio.

È un “ritorno naturale”, favorito dall’inserimento di questo animale tra le specie protette, dal divieto di cacciarlo e dal progressivo abbandono delle montagne da parte dell’uomo. Le zone agricole pedemontane sono rimaste incolte e sono tornati a moltiplicarsi caprioli, cervi, daini, cinghiali. Il lupo ha ripreso a moltiplicarsi perché ha ritrovato un habitat in cui muoversi e prede da mangiare svolgendo il suo ruolo indispensabile di regolazione delle popolazioni di prede come i cinghiali.

Ma come è stato possibile sapere quanti lupi ci sono? Il monitoraggio è stato realizzato grazie ai radiocollari, che forniscono informazioni utili circa gli spostamenti che questi animali compiono per tornare a popolare l’Italia.
Ce ne parla Luigi Boitani, porf. e biologo della Conservazione dell'Università La Sapienza di Roma.