Droni robot per il soccorso alpino

Lorenzo Marconi

Al via il progetto europeo AirBorne, coordinato dall'Università di Bologna, che raccoglie l'eredità del precedente progetto Sherpa per lo sviluppo di un sistema di robot autonomi in grado di assistere e migliorare le operazioni di soccorso in ambiente alpino.
Sherpa, sempre coordinato dall’Alma Mater, aveva portato alla creazione e sviluppo di un sistema di robot autonomi e, in particolare, di un prototipo di robot volante di tipo “quadricottero”, comunemente chiamato “drone”, dotato di uno speciale sensore per la localizzazione (determinazione della posizione) delle persone disperse in valanga.

Ora, grazie ad AirBorne, l’impatto sociale previsto assume i toni di una vera rivoluzione nell’ambito del soccorso alpino. Solo in Italia, negli ultimi vent’anni, ci sono stati più di mille incidenti che hanno coinvolto più di duemila persone con circa quattrocento vittime.

La possibilità di abbattere queste statistiche tramite una maggiore consapevolezza delle persone ed una migliorata “macchina del soccorso”, anche grazie al contributo di AirBorne, costituisce la chiave per il consolidamento del rapporto che l’uomo ha con la montagna.
Ce ne parla Lorenzo Marconi, ingegnere dell'Automazione dell'Università di Bologna.