Il Lotto non ritarda

Claudia Bianchi

Il 47 è un numero ritardatario. Non esce all’estrazione del Lotto da 28 settimane. Decido di giocare 1 euro sul 47 in uscita come primo numero sulla ruota di Bari. E vinco. Ci prendo gusto e riprovo. Cambio numero perché ora il 47 è uscito. Provo con il 78, manca da 25 settimane. Questa volta non vinco. Ma non mi arrendo, riprovo. Punto sullo stesso numero, visto che è ancora più ritardatario e aspetto. Non vinco di nuovo, niente. Riprovo, riprovo, eppure continuo a perdere. Qualcosa non mi convince: non è sempre maggiore la probabilità che esca il numero sempre più ritardatario? Dopo un po’ che tarda, tornerà per forza a farsi vedere. Ovvero se all’inizio la probabilità di estrazione del numero imputato, è di 1 su 90, all’estrazione successiva -se non è uscito- sarà per forza maggiore. No?
Ecco: NO! 
Errore numero 1: i numeri non sono emotivi e non hanno memoria, non cambiano idea e non condizionano l’estrazione perché gli manca essere protagonisti di una vincita. Non esistono i numeri spia che “preannunciano” l’uscita dei numeri simpatici, checché ne dica il sito di Lottomatica.
Errore numero 2: la probabilità nel lotto non è mai condizionata dall’estrazione precedente, si tratta di eventi tutti indipendenti tra di loro. Estrarre un numero su 90 è un evento che si ripete uguale a se stesso a ogni estrazione. E ogni numero ha la stessa probabilità di riuscita della volta precedente. Questo accade sempre, senza eccezione. Non dipende dal numero di estrazioni fatte. 
E arriviamo al numero 3: al lotto vince sempre il banco, altrimenti il gioco non esisterebbe per niente. E il banco è lo Stato insieme alla filiera privata di chi gestisce e promuove il gioco stesso. Quindi più giochiamo a lungo e tante volte, più avremo la certezza matematica che siamo in perdita contro il banco.
Per alzare la probabilità di vincere possiamo fare qualcosa. Per ogni ruota infatti si estraggono 5 numeri in un ordine preciso, dal primo al quinto. Se punto su un numero in uscita come terzo (come ho fatto all’inizio), allora la probabilità di vincita è di 1 su 90, ovvero dell’1% circa. Se, invece, scelgo un numero a caso tra i cinque estratti, senza decidere se sia il terzo o l’ultimo, allora ho maggiori possibilità di riuscita. La probabilità passa a 1 su 18, ovvero è circa del 5%.
Ovviamente si vince meno, proprio perché la probabilità è maggiore e il banco è più furbo di noi. A questo punto sta a noi:  possiamo decidere di tentare, scegliamo il numero che vogliamo, ritardatario, spia, simpatico o antipatico, anche l’1 possiamo scegliere. Visto che ha le stesse identiche probabilità degli altri.  E se vinciamo, allora va bene, anzi benissimo. Ma la vera vincita contro il banco è non giocare più. Perché solo in questo modo si ha la certezza matematica di essere stati più furbi di lui.
Ce ne parla Claudia Bianchi, matematica.