Raggi ultravioletti e creme solari
L'arcobaleno e la scomposizione del colore
Si sente spesso parlare dei raggi ultravioletti, della loro azione dannosa sulla pelle e della necessità di proteggersi con creme o oli quando ci si espone al sole in spiaggia o in montagna. Ma cosa sono i raggi ultravioletti e qual è l’esatta funzione dei cosiddetti “filtri solari”? Questa è l’immagine di un arcobaleno. Lo stesso effetto può essere riprodotto con un compact disk che è capace di scomporre la luce dei riflettori di studio. L’arcobaleno è l’effetto della separazione della luce del sole nei suoi “ingredienti”, da parte di goccioline d’acqua che rimangono sospese in cielo dopo la pioggia. Questi “ingredienti” visibili ad occhio nudo sono rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto, perché la luce del sole, che a noi appare bianca, è, in realtà, la mescolanza di questi sette colori, come il sapore di un frullato è la mescolanza dei sapori del latte, della frutta, dello zucchero etc.
L’esposizione eccessiva della pelle ai raggi ultravioletti, che può causare danni, è rappresentata dall’abbronzatura, dovuta ad un pigmento scuro (la melanina), che viene prodotto per assorbire i raggi ed evitare che possano penetrare in profondità.
Però la protezione naturale non è sufficiente, soprattutto nel primo periodo di esposizione al sole, quando la quantità di melanina nella pelle è ancora scarsa e non riesce a contrastare gli effetti della luce del sole. In queste condizioni si possono verificare scottature superficiali della pelle o anche ustioni più serie, fino ad arrivare a processi degenerativi come il melanoma.
Occorre quindi usare delle protezioni. Ma come si può essere sicuri che le i filtri solari funzionino davvero? [esperimento]. Questa è una lampada a raggi ultravioletti. A noi appare di un viola scuro, perché il colore viola è quello prossimo all’ultravioletto e la lampada ne emette una piccola quantità. Ma il grosso della luce è appunto ultravioletta, e quindi invisibile, per cui serve un sistema per rivelarla.
A questo punto, possiamo mettere alla prova l’efficacia delle creme solari. Le creme solari sono in apparenza uguali, tutte bianche e tutte della stessa consistenza e pastosità, ma filtrano in misura maggiore o minore i raggi ultravioletti [dimostrazione]. Una crema di fattore 50, ad esempio, significa che esporsi 50 minuti protetti da quella crema equivale ad un minuto senza la crema. Quindi ricordiamoci sempre di proteggerci con le creme solari, soprattutto se abbiamo una carnagione chiara, e di proteggere i bambini, che sono più sensibili e vulnerabili degli adulti.
I raggi ultravioletti sono invisibili all’occhio umano, ma esistono e possono provocare effetti anche dannosi. In realtà, ci sono alcuni insetti, come le api, che possono vedere i raggi ultravioletti, e i fiori spesso riflettono intensamente questi raggi, proprio per attirare le api che li impollinano. Quindi le api, guardando l’arcobaleno, vedrebbero un’altra striscia da questa parte.Se questi sono i colori dell’iride, dove sono i raggi ultravioletti? Sono qui, dopo il violetto, però il nostro occhio non è capace di vederli. Perciò, non diamo loro un nome proprio, ma li definiamo genericamente come “raggi ultravioletti”, cioè quei raggi che si trovano oltre il colore violetto.
L’esposizione eccessiva della pelle ai raggi ultravioletti, che può causare danni, è rappresentata dall’abbronzatura, dovuta ad un pigmento scuro (la melanina), che viene prodotto per assorbire i raggi ed evitare che possano penetrare in profondità.
Però la protezione naturale non è sufficiente, soprattutto nel primo periodo di esposizione al sole, quando la quantità di melanina nella pelle è ancora scarsa e non riesce a contrastare gli effetti della luce del sole. In queste condizioni si possono verificare scottature superficiali della pelle o anche ustioni più serie, fino ad arrivare a processi degenerativi come il melanoma.
Occorre quindi usare delle protezioni. Ma come si può essere sicuri che le i filtri solari funzionino davvero? [esperimento]. Questa è una lampada a raggi ultravioletti. A noi appare di un viola scuro, perché il colore viola è quello prossimo all’ultravioletto e la lampada ne emette una piccola quantità. Ma il grosso della luce è appunto ultravioletta, e quindi invisibile, per cui serve un sistema per rivelarla.
A questo punto, possiamo mettere alla prova l’efficacia delle creme solari. Le creme solari sono in apparenza uguali, tutte bianche e tutte della stessa consistenza e pastosità, ma filtrano in misura maggiore o minore i raggi ultravioletti [dimostrazione]. Una crema di fattore 50, ad esempio, significa che esporsi 50 minuti protetti da quella crema equivale ad un minuto senza la crema. Quindi ricordiamoci sempre di proteggerci con le creme solari, soprattutto se abbiamo una carnagione chiara, e di proteggere i bambini, che sono più sensibili e vulnerabili degli adulti.