Il futuro dell'AI

Giulio Maira

Giulio Maira, prof. di Neurochirurgia, ci illustra la sua idea riguardo al futuro dell'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale non si ferma semplicemente a quelle applicazioni correlate all'aumento di velocità di analisi di dati, ma ci sono due nuove dattività legate all'intelligenza artificiale che stanno ponendo delle problematiche dal punto di vista dell'inserimento nella società, del mondo del lavoro, della diignità dell'uomo. 
La prima è correlata ai cosiddetti "sistemi di intelligenza artifciale generativa": queste macchine, attigendo ad Internet sono in grado di realizzare filmati, articoli di giornale, scenografie per lo spettacolo, che simulano certamente quello che riesce a fare l'attività cognitiva dell'uomo.
Il più comune di questi si chiama ChatGPT, ma ne sono venuti tanti altri dopo.
Questo ha posto ovviamente numerosi problemi relativamente al fatto di mantenere dei posti di lavoro basati sulla creatività. In realtà questi sistemi, lavorano come se avessero uno specchietto retrovisore: è vero che analizzano una quantità di dati enorme, tanto quanto la storia di internet, ma sono dati già superati, sono dati che non hanno nessuna impostazione di proiezione verso il futuro, non ci danno l'umanità, non ci danno l'empatia che può avere una storia scritta bene oppure un articolo di giornale che analizza i dati del passato per proiettarli nel futuro.

La creatività non è simulazione, ma significa inventare delle cose nuove. Come diceva Leonard Cohen "C'è una crepa in ogni cosa, e da lì entra la luce” e noi quella crepa dobbiamo riuscire a trovarla. Se ci limitiamo a quello che è ovvio, non inventeremo mai nulla di nuovo. Un rischio importante di ChatGPT, è che lavorando sul linguaggio, può sicuramente condizionare la nostra mente, può impossessarsi del nostro intelletto. Quindi tutto questo significa, dobbiamo dirlo agli studenti, che possono usare questi strumenti, ma devono usarli senza perdere la loro intelligenza, senza perdere la capacità di far domande, analizzando i dati con intelligenza, con intuito, con coraggio, con l'innovazione, tutte cose che la macchina non ha. Quindi è giusto insegnare a scrivere e a parlare, ma soprattutto dovremmo insegnare ai ragazzi a pensare, a non lasciarsi condizionare delle macchine che potrebbero modificare il loro pensiero.


Un'altro elemento di grande discussione attualmente è relativo alle cosiddette interfacce neuronali, cioè questi sistemi che in qualche modo cercano di collegare il pensiero umano ad un computer per varie motivazioni. Come si fa a collegare il pensiero al computer?  La tecnologia, di cui più si è parlato nei giornali, è legata ai cosiddetti chip, che vengono impiantati con degli elettrodi dentro il cervello per registrare l'attività elettrica cerebrale. Potremmo utilizzare anche una fascia con degli elettrodi che, messa sulla fronte captano delle onde elettriche, che poi attraverso sistemi di intelligenza artificiale di algoritmi dedicati, riescono ad amplificare i dati che noi possiamo ottenere.
Tutto questo ha delle finalità nettamente positive di di tipo sanitario, perché possono permettere per esempio a chii è paralizzato per una lesione neuronale, di poter muovere gli arti e quindi di dare una capacità di attivare dei mezzi esterni con il pensiero. Ma c'è anche un'idea recondita in tutto questo, cioè quello di mettere assieme una serie di cervelli umani, una serie di computer, in modo da scaricare pensieri sul computer, scaricare Internet sul pensiero umano, per creare una sorta di super mente universale, che possa raggiungere delle capacità evolutive superiori a quello che potrebbe raggiungere la mente umana con la sola legge dell'evoluzione.

Tutto questo è straordinario dal punto di vista puramente concettuale, ma estremamente pericoloso dal punto di vista della dignità dell'uomo, perché significa che la scienza ci sta dando la possibilità di agire sulla nostra mente, modificando i tempi dell'evoluzione, ma dobbiamo tenere presente che ci abbiamo messo miglioni di anni per sviluppare una coscienza, per sviluppare il pensiero che il nostro cervello non è fatto solamente di correnti elettriche che corrono lungo alcune aree cerebrali che noi possiamo prendere e trasferire dove vogliamo, ma è fatta di individualità e fatta di un pensiero che ha la sua dignità, perché frutto di anni e anni di evoluzione. Tutto quello che ci sta dando l'intelligenza artificiale, deve essere visto con una grande attenzione perché la scienza ci porta dei progressi costanti, ma qualche volta dobbiamo anche restare attaccati al passato, perché il passato può essere molto più luminoso, molto più sereno, molto più rispettoso della dignità umana, di quando non ci prospettano le macchine del futuro.