Non è stato mai molto amato dagli statunitensi, neanche quando è stato all’apice della popolarità. Richard Nixon, 37° presidente USA, è stato uno dei più controversi presidenti della storia americana. A soli trentanove anni di età, nel luglio del ‘52 viene scelto dal Partito Repubblicano come candidato alla vicepresidenza a fianco di Eisenhower. Al termine del doppio mandato, sfida John Fitzgerald Kennedy per le presidenziale del 1960. Viene sconfitto soprattutto a causa del confronto televisivo, dove il democratico Kennedy risultò nettamente migliore del suo rivale. Nel ’62 viene nuovamente sconfitto alle elezioni per la poltrone di governatore della California. Una vicenda che lo amareggia particolarmente e lo induce a lasciare a politica. Tornerà invece in corsa per le presidenziali del ’68, nelle quali vincerà riuscendo a interpretare la voce della così detta “maggioranza silenziosa”; la grande massa dell’elettorato statunitense spaventata dalla ondata di contestazione giovanile. Si ripeterà nel ‘72, ma sarà costretto alle dimissioni, unico nella storia USA, per le implicazioni dello scandalo Watergate. Nella sua presidenza si ricorda di ricorda l’allunaggio, il 20 luglio del ’69; la normalizzazione dei rapporti con la Cina, che nel 1971 entra a far parte del consiglio di sicurezza dell’ONU e l’armistizio della guerra del Vietnam nel 1973. Ma sono anche gli anni dello spregiudicato appoggio ai regimi dittatoriali dell’America Latina e del sostegno al golpe cileno di Pinochet.