Il massacro di Srebrenica

Migliaia di bosniaci musulmani trucidati dai serbi

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Nella ormai ex Jugoslavia si consuma il massacro di Srebrenica. La città bosniaca, sotto assedio dei serbi guidati dal generale Ratko Mladić, è zona protetta dell’ONU e vi sono confluiti molti bosniaci dai territori vicini, in cerca di rifugio dalla guerra. Gli ordini di Radovan Karadžić, sono inequivocabili: «Creare a Srebrenica una situazione di totale insicurezza e disperazione». Il generale Mladic svuota, perciò la cittadina della Bosnia orientale dai suoi 40 mila abitanti, musulmani bosniaci; trentamila fra donne e bambini vengono deportati e in pochi giorni 8000 uomini e ragazzi (12 mila secondo i parenti delle vittime) vengono massacrati. L’11 luglio 2010 il Parlamento Europeo istituisce il «Giorno della memoria per le vittime del genocidio di Srebrenica». Mladić viene catturato il 26 maggio 2011 dopo 15 anni di latitanza. Accusato di genocidio e crimini contro l’umanità, sarà giudicato dal Tribunale dell’Aja.