Prodi e l'Europa

Eco della Storia


Il fondamento dell’Europa - spiega Romano Prodi, ospite d'eccezione di questa Puntata Speciale di Eco della Storia - era mettere insieme diversi Paesi per costruire qualcosa di nuovo, chiudere con la tragedia del passato, lavorare insieme, mettere le risorse in comune per costruire un futuro prospero e in pace. Oggi, il presente assorbe il senso del futuro e l’Europa della speranza è diventata l’Europa della paura. 
 
L'ex Presidente della Commissione Europea intervistato da Gianni Riotta parla di Europa, dallo spirito che mosse i padri fondatori (Adenauer, De Gasperi, Schumann) alle politiche messe in atto in oltre mezzo secolo di storia, giungendo poi ai timori e all’inquietudine che oggi prende forma in una parte consistente dell’opinione pubblica di molti Paesi, Italia compresa.
 
L’Europa è stato il più grande laboratorio di politica che abbiamo mai avuto, ma noi, con la nostra  miopia, lo stiamo trasformando in un museo, dice.  La gente non pensa che dall’Impero romano in poi non abbiamo mai più avuto tre generazioni di pace, come invece è stato  proprio grazie all’Europa. E se diamo questo per scontato, ogni ostacolo della storia, ogni passaggio diventa difficile, perché il presente assorbe il senso del futuro. La paura dettata anche dalla crisi economica ha costretto i leader europei a guardare ancora più dentro la politica nazionale; e questo ha decretato la fine del concetto dell’Europa generosa, dell’Europa che guardava al futuro.
 
Oltre alle riflessioni del Presidente della Commissione Europea (dal 1999 al 2004), nonché ex Presidente del Consiglio italiano (1996-1998 e 2006-2008), la puntata è arricchita dai documenti delle teche Rai, tra cui spicca la prima trasmissione in Eurovisione, realizzata proprio in occasione della firma dei Trattati di Roma, il 25 marzo del 1957. 
 
Rivedere quelle immagini – commenta Prodi - mi da una grande emozione, perché il trattato di Roma è un fatto importantissimo, ma anche un sentimento di tristezza, perché ci siamo fermati. E' evidente che quel momento di speranza ha avuto un’attuazione parziale. Ma oggi – avverte l’ex Presidente della Commissione UE - l’Europa è irreversibile, altrimenti non contiamo nulla nel mondo. Dobbiamo andare avanti con più  solidarietà, correggere gli errori che sono stati fatti e proseguire più forti e più veloci: con questa lentezza ci prendiamo tutte le frecciate della storia e fatichiamo a guidare noi la Storia. 
 
Per quanto riguarda le ipotesi paventate da alcune parti politiche sull’uscita dell’Italia dall’Euro, Romano Prodi è categorico: Non capisco come si possa pensare a una cosa del genere sorridendo o addirittura auspicandolo. Se l’Italia uscisse dall’euro per tornare alla lira sarebbe una tragedia. La gente oggi non si rende conto che nei primi anni l’euro ha funzionato benissimo. Poi è cambiato tutto.  La crisi economica, i leader che hanno cominciato ad avere paura di tutto, ci siamo fermati e la moneta non è stata più difesa dal muro della solidarietà economica e finanziaria. Ma se oggi uscissimo dall’euro i risparmi delle persone salterebbero tutti, avremmo un cambio che renderebbe impossibile l’acquisto di beni stranieri, ricominceremmo a produrre cose di basso prezzo e torneremmo indietro nella storia.