Galeazzo Ciano

Una parabola tragica

Una figura politica il cui destino è altalenante negli anni del Regime. Galeazzo Ciano nasce a Livorno nel 1903. Trascorre gli anni giovanili tra la Toscana e Venezia e si trasferisce a Roma nel 1921, quando il padre viene eletto deputato e un anno dopo diventa sottosegretario del Ministero delle comunicazioni, nel primo governo di Benito Mussolini. Nella capitale il giovane Galeazzo frequenta gli ambienti artistici e mondani, non mostrando mai interessi e simpatie verso il fascismo. Si laurea in giurisprudenza e spinto dal padre partecipa al concorso per diplomatici, superandolo in modo non proprio brillante. La sua carriera diplomatica comincia tra il Brasile e la Cina e nel 1929, anno dei patti lateranensi, rientra a Roma come addetto all’ambasciata italiana presso la santa Sede. A questo punto la svolta della sua vita e della sua carriera politica: il fidanzamento e il successivo rapido matrimonio con Edda, primogenita del Duce, il 24 aprile 1930.

La svolta della sua vita e della sua carriera politica: il fidanzamento e il successivo rapido matrimonio con Edda, primogenita del Duce, il 24 aprile 1930

Prima come diplomatico, poi come capo ufficio stampa e ministro, la carriera di Ciano spicca il volo, tanto da diventare il “delfino” di Mussolini e il secondo uomo più potente del Regime. Nel 1935 entra nel Gran Consiglio, ottenendo anche la promozione ad ambasciatore. Parte volontario per la guerra in Etiopia, dalla quale ritorna con due medaglie al valore e appena un anno dopo, nel 1936 la consacrazione: il Duce lo nomina ministro degli esteri. Detestato dagli altri gerarchi che vedono in lui il favorito, con il nuovo incarico attira una nuova dose di ostilità e di sarcasmo. Fra i suoi compiti come ministro si ritrova il delicato compito di definire l’orientamento internazionale della politica italiana, dalla definizione del rapporto con la Germania, a quello con le altro potenze occidentali. La sua gestione risulta però, secondo testimonianze dell’epoca, caratterizzata da volubilità, vaghezza di propositi, scadimento di tono e stile. Attraverso la definizione dell’alleanza con Hitler e il conseguente coinvolgimento nella guerra a fianco della Germania, comincia a delinearsi la fase discendente della sua carriera, fino al tragico epilogo del 24 luglio 1943. Ciano con Grandi e Bottai elabora l’ordine del giorno della riunione del Gran Consiglio e vota a sfavore del Duce. Una decisione che gli costa prima l’arresto e poi il plotone d’esecuzione, l’11 gennaio del 1944.