Giorgio Amendola

Protagonisti della Resistenza

Nel 1926 l’assassinio, per mano di squadre fasciste, del padre Giovanni, intellettuale liberale, intensifica la militanza antifascista del giovane Giorgio Amendola, che nel 1929 decide di aderire al Partito Comunista d’Italia, in polemica con l’attesismo della maggior parte dei gruppi d’opposizione liberal-democratici.

La sua attività per il partito lo porta, nel 1932, a Milano, dove viene arrestato e poi mandato al confino fino al 1937.  A Parigi, nel 1942, è il principale artefice di un patto d’unità d’azione tra PCd’I, PSI e GL.

Si trova già in Italia il 25 luglio, quando cade il fascismo. La sua precedente collaborazione con la resistenza francese lo rende l’uomo ideale per guidare, dopo l’8 settembre, i Gruppi d’Azione Patriottica (i cosiddetti GAP), di cui autorizza le azioni militari, compreso l’attentato di Via Rasella a Roma. Dopo la guerra diventa uno dei principali dirigenti del PCI, partecipa alla Consulta e all’Assemblea Costituente.