Gli anni del riflusso

L'Italia della Repubblica

Nella fase più drammatica della sfida delle BR allo Stato, culminata con il sequestro di Aldo Moro, nel Paese emergono segnali di distacco dalle battaglie ideologiche e politiche. Al cinema, in tv, in libreria, gli italiani riscoprono il valore dei sentimenti e l’importanza del privato. Nelle discoteche ritrovano anche il piacere del disimpegno. Sono tanti i compagni disillusi che non credono più nella rivoluzione sociale e vagheggiano la rivoluzione dello spirito seguendo nuove filosofie mistiche che arrivano dall’oriente. Ancora di più sono i compagni delusi che adottano drastici mezzi di rimozione: l’eroina si diffonde nelle piazze e miete sempre più vittime. Uno spaccato della nostra storia recente raccontato da L’Italia della Repubblica, la serie di Clemente Volpini, Davide Savelli e Luca Cambi con l’introduzione di Paolo Mieli, la consulenza dello storico Guido Crainz e del giornalista e saggista Paolo Morando. Ospite in studio, intervistata da Michele Astori, la giornalista e scrittrice Natalia Aspesi, testimone e cronista in quei primi anni ‘80 dello straordinario successo della moda italiana.

Quelli che nella rivoluzione armata ci credono ancora colpiscono in maniera sempre più feroce. I loro bersagli ora comprendono anche sindacalisti, come l’operaio dell’Italsider Guido Rossa, giornalisti come Walter Tobagi, magistrati come Vittorio Bachelet. Ma sono mosse dettate dalla disperazione. Alla fine del ’79 la legge che introduce i benefici per i pentiti apre una crepa nell’organizzazione terroristica. Le confessioni del primo pentito, il brigatista Patrizio Peci, permettono la cattura di molti terroristi e l’individuazione del loro leader, Mario Moretti, arrestato nel ‘81 e condannato all’ergastolo due anni dopo, nel primo processo Moro. Gli italiani fanno fronte comune contro il terrorismo anche perché qualcosa cambia anche nelle istituzioni.

A rappresentare il Paese c’è un ex partigiano, il socialista Sandro Pertini, che con il suo modo di fare, semplice e diretto, riavvicina l’opinione pubblica al palazzo. Ma l’evento che spazza via il clima degli anni ‘70 è la silenziosa marcia di protesta del 14 ottobre 1980 a Torino.

I quadri intermedi della Fiat vogliono tornare a lavorare nelle fabbriche occupate dagli operai che lottano contro il progetto della cassa integrazione per ventitremila lavoratori. La marcia dei quarantamila sconvolge l’esito della vertenza: il sindacato ne esce sconfitto. La Fiat può attivare una massiccia ristrutturazione, decurtando il numero degli operai, riducendo i costi di produzione e aumentando la produttività grazie ai robot. Con la produzione della Uno, torna anche il successo della casa automobilistica torinese. Dopo anni di stagnazione tutta l’industria italiana ricomincia a crescere. Ma a guidare la ripresa non sono le grandi fabbriche del triangolo industriale, bensì le piccole e medie imprese che spuntano come funghi in Veneto, in Emilia, nelle Marche, in Toscana.

Formano i cosiddetti distretti industriali. Sono queste aziende a creare il made in Italy, Il settore più in fermento è quello della moda. Il successo sul mercato mondiale è strepitoso: nei negozi di lusso di New York, Londra e Parigi, tutti cercano scarpe, borse e vestiti italiani. Gli artigiani si trasformano in imprenditori. Cresce il ceto medio. Gli italiani si arricchiscono, scoprono il mercato delle azioni e alla Borsa di Milano l’aumento del volume degli scambi è straordinario. L’ottimismo regna sovrano. E dopo anni di paura e sconcerto rispunta un sentimento poco sentito dagli italiani: l’orgoglio nazionale. A provocarlo una partita di pallone. L’11 luglio del 1982 la nazionale italiana vince i campionati del mondo di calcio, battendo in finale la Germania per tre a uno. È una vittoria che riunisce e rivitalizza il Paese. Gli anni di piombo sono davvero finiti. La puntata è arricchita da interviste tratte dal repertorio delle Teche Rai che danno voce ai protagonisti dell’epoca: Sandro Pertini, Bettino Craxi, Giovanni Spadolini, Sergio Mattarella, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Gianni Agnelli, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Luciano Benetton, Giuseppe De Rita.