Gli anni di Craxi e del Pentapartito

L'Italia della Repubblica

Tra il 1981 e il 1991 l’Italia attraversa una stagione di relativa stabilità politica, garantita da un’inedita formula, il Pentapartito: un’alleanza paritaria tra DC, PSI e partiti laici che prevedeva l’alternanza alla guida del governo di esponenti di tutti gli elementi della coalizione. Se il decennio si apre con la novità di un governo affidato a un presidente del consiglio non democristiano, il repubblicano Giovanni Spadolini, è però il leader del PSI Bettino Craxi a guidare l’esperienza più incisiva. Lo racconta il nuovo appuntamento con L’Italia della Repubblica, la serie di Clemente Volpini, Davide Savelli e Luca Cambi, con l’introduzione di Paolo Mieli e il contributo degli storici Simona Colarizi e Marco Angelo Gervasoni. Ospite in studio, intervistato da Michele Astori, il giornalista e scrittore Marcello Sorgi, che si occupa da molti anni di cronaca politica.

È durante il governo Craxi che viene stipulato un nuovo Concordato con il Vaticano, si avviano alcune importanti riforme (come il taglio della contingenza), e si esercita una politica estera più autonoma. Sono anche anni in cui l’economia italiana attraversa una fase di notevole modernizzazione. Ma questioni irrisolte minacciano una stabilità più vantata che reale. Una corruzione sempre più dilagante, lo sfilacciamento del rapporto tra i partiti e il Paese reale, la rivalità tra i partiti che rende la coalizione fragile, concorrono a decretare la fine del sistema politico che oggi chiamiamo Prima Repubblica.

La distanza storica consente oggi un’interpretazione più equilibrata di quelle vicende. Nonostante i suoi limiti, gli anni di Craxi e del Pentapartito furono anche quelli in cui le istituzioni fecero fronte a problemi complessi, dalle tendenze eversive ai colpi di coda della guerra fredda.

Il racconto darà anche voce, attraverso materiali di repertorio, ad alcuni dei protagonisti dell’epoca come Bettino Craxi e Giuliano Amato.