L'attentato al Papa

Il crimine del secolo

Roma. 13 Maggio, 1981. Un mercoledì, a quattro giorni dalla domenica in cui si voterà in Italia per il referendum sull’aborto. La Chiesa celebra in questa giornata l’apparizione della Madonna di Fatima.  Alle ore 17,19 Giovanni Paolo II attraversa piazza San Pietro a bordo di un’automobile aperta tra migliaia di persone che lo acclamano, prima della tradizionale udienza generale. Improvvisamente tre colpi di pistola risuonano nell’aria: il Papa viene colpito. Dapprima lo sgomento, poi il tumulto. Tra i primi a soccorrerlo c’è il suo aiutante di camera, Angelo Gugel. L’attentatore viene inseguito e arrestato. Pochi minuti dopo un’ambulanza sfreccia verso l’ospedale Policlinico Gemelli a sirene spiegate. Un’emorragia interna causa la perdita di ben tre litri di sangue. Quattro chirurghi lottano per salvare la vita al Papa e intanto iniziano a circolare le prime speculazioni a proposito dell’uomo fermato. Chi è Mehmet Ali Agca? Un criminale malato di mente che ha agito da solo? Un terrorista? E’ il capro espiatorio di un complotto internazionale?

 Improvvisamente tre colpi di pistola risuonano nell’aria: il Papa viene colpito

L’attentato, che è descritto come il “crimine del secolo”, attiva un processo investigativo senza precedenti condotto in sei paesi diversi, che genera più domande che risposte. Nemmeno gli ultimi due gradi di giudizio del processo riescono a determinare prove sufficienti ad individuare i mandanti del tentato omicidio. Tra i tanti misteri irrisolti, anche quello della terza pallottola sparata. A trent’anni di distanza, Ilario martella, il magistrato che segue la seconda inchiesta giudiziaria dell’atto terrorista, in un’intervista al giornale La Repubblica dichiara: “Il Santo padre, quel beneddt’uomo ci nascose persino la pallottola che gli uomini della sua sicurezza raccolsero sul pianale della papamobile. Noi giudici fummo tenuti all’oscuro di questo fatto per molto tempo, anni.  Eppure, si trattava di un elemento unico, determinante ai fini dell’indagine. Poi in occasione di un anniversario dell’attentato, uno dei primi, il Pontefice andò a mettere il proiettile sopra la testa della Madonna di Fatima, in Portogallo.” Il Pontefice perdona il suo attentatore il giorno seguente e lo vorrà incontrare in seguito in occasione di una visita al carcere di Rebibbia. Oggi vicino al colonnato di piazza San Pietro c’è una pietra bianca, murata per terra, a ricordare il punto esatto dell’attentato. Proponiamo qui un documentario relativo al programma Diario Civile, che ricostruisce quei momenti drammatici attraverso testimonianze esclusive e ricostruzioni scientifiche, cercando di ricomporre il mosaico dell’attentato per fare finalmente chiarezza su una vicenda estremamente complessa.