Le leggi razziali del 1938: Storie e testimonianze

Gli Ebrei e l'Italia

Nel 1938, la stretta alleanza con Hitler conduce il regime fascista verso la legislazione antisemita, conseguenza naturale del progetto di Mussolini e del fascismo di forgiare un nuovo italiano.

Tali scelte causano un peggioramento delle relazioni con la Santa Sede, che inizia a stabilire contatti con i gruppi dell’antifascismo, incluso i comunisti. Nel luglio del 1938 viene pubblicato il manifesto degli scienziati razzisti, in settembre viene varata dal Consiglio dei ministri una serie di provvedimenti antisemiti, nel novembre un nuovo decreto antisemita, varato dal governo in applicazione delle direttive date dal Gran Consiglio del fascismo nella riunione del 6 ottobre, inasprisce divieti e limitazioni. Si tratta di undici provvedimenti tra atti e decreti regi che dall’agosto del ‘38 segnano l’avvio della discriminazione degli ebrei nella società italiana: dall’espulsione dei bambini dalle scuole ai licenziamenti nella pubblica amministrazione, alla pesante limitazione dei loro diritti.

È una pagina vergognosa che presenta però aspetti contraddittori per il fascismo, che vede proprio in questa circostanza incrinarsi il consenso che si è fin qui guadagnato tra gli italiani.L’unità didattica si avvale delle preziose testimonianze dei protagonisti di questa oscura pagina di storia.


 

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