Per tutta una vita

Pio La Torre

Il 30 aprile del 1982, viene assassinato a Palermo Pio La Torre. Con lui, nella macchina crivellata dai colpi dei sicari, c'è anche Rosario Di Salvo, il compagno di partito che gli faceva da autista e guardia del corpo. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa viene nominato Prefetto di Palermo immediatamente dopo quell'attentato e a chi gli chiede perché la mafia abbia ucciso Pio La Torre, risponde “per tutta una vita”. Il deputato si è sempre schierato in difesa degli ultimi e in Sicilia questo ha voluto dire battersi contro gli interessi illeciti della mafia. Da quando, appena ventenne, guida le lotte contadine per la terra, passando per l'opposizione al Sacco di Palermo, fino alla mobilitazione contro la base missilistica di Comiso, La Torre combatte contro la mafia, per la legalità, la giustizia e la pace.


Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa viene nominato Prefetto di Palermo immediatamente dopo quell'attentato e a chi gli chiede perché la mafia abbia ucciso Pio La Torre, risponde “per tutta una vita”.


Nessuno come lui conosce in prima persona il fenomeno mafioso, per questo è stata fondamentale la sua presenza nella Commissione parlamentare Antimafia, di cui ha redatto, insieme tra gli altri al giudice Cesare Terranova, la relazione di minoranza, un caposaldo della lotta contro la mafia. Ed è da quell'esperienza parlamentare che nasce la sua rivoluzionaria proposta di legge, che per prima ha previsto il reato di associazione di stampo mafioso e la confisca dei beni dei condannati. Legge che il parlamento approverà, col nome di Legge Rognoni-La Torre, solo il 13 settembre 1982, dopo gli omicidi di La Torre e del generale Dalla Chiesa.
Proponiamo qui un documentario che ricostruisce la vita di Pio La Torre anche attraverso testimonianze di coloro che più da vicino lo hanno conosciuto e vissuto: il figlio Franco, i suoi primi compagni nel sindacato Emanuele Macaluso e Nicolò Cipolla, i suoi collaboratori nel Partito Comunista siciliano, Nino Mannino e Gioacchino Vizzini, il giornalista dell'Unità Vincenzo Vasile e l'allora cronista de L'Ora Attilio Bolzoni.