Tra censura e propaganda

100 anni di Storie

Con la grande guerra il controllo delle notizie mette fine all’informazione libera. Si accertano e si dirigono le notizie, e principalmente si controllano i sentimenti della popolazione. I paesi coinvolti nel conflitto mondiale adottarono l’arma della censura per impedire ai giornali di diffondere notizie scomode sulla verità dell’andamento delle operazioni militari, perché l’intento era quello di dare un'immagine diversa dalla realtà. Per questo erano valorizzate e messe in evidenza le vittorie dell’esercito, le azioni di coraggio, il valore delle spedizioni e al contrario veniva taciuta la carneficina nelle trincee, la devastazione delle armi chimiche e l’uso di gas tossici.

Nacque così l’esigenza di creare una struttura propagandistica che contribuisse a rafforzare il ritratto esaltante della guerra stessa, e creare quindi una glorificazione della figura del combattente. In lui non solo erano affidate le sorti del conflitto, ma divenne un mito e un modello di uomo per la società e la cultura del paese. Una vera opera di persuasione di carattere politico rivolta alla conversione del proletariato di guerra e ad influenzare e impressionare le teorie del nemico.

Vennero utilizzati così tutti gli strumenti di nuova tecnologia che fossero a disposizione: fotografie, giornali, cartoline, disegni satirici e manifesti di ogni tipo.