Trieste, Austria

100 anni di Storie

Trieste è sinonimo di frontiera e di memoria divisa. Quando scoppia la prima guerra mondiale gli irredentisti sono una sparuta minoranza; la maggior parte dei triestini si arruola sotto la bandiera asburgica.

Nel 1914 alla vigilia del conflitto mondiale Trieste è un crocevia di etnie: sloveni, serbi, italiani oltre che ebrei e greci, la città è il secondo capoluogo dell’Austria, il terzo dell’Impero Asburgico e il primo porto sull’Adriatico produttivo per lo scambio di merci e di passeggeri. Improvvisamente allo scoppio della guerra tutto precipita. Trieste è la retrovia di una delle zone più cruente del fronte e subito l’arresto dell’economia e dei rifornimenti non tarderà a farsi sentire.

In poche settimane migliaia di italiani sono inviati a combattere in Galizia mentre un migliaio di triestini irredentisti scappano per poi arruolarsi nel regio esercito. 187 moriranno da italiani: tra loro Scipio Slataper e Carlo Stuparich, gli altri triestini partirono invece in massa tra le fila dell’esercito asburgico. Con l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria affianco delle potenze dell’intesa, gli italiani a Trieste, non hanno più scampo diventano oggetto di violenza e di persecuzione, il monumento di Verdi è distrutto e sarà devastata la sede del giornale Il Piccolo infine chi è sospettato di simpatie irredentiste sarà addirittura deportato nei campi di concentramento o rinchiuso in carcere. Intanto i soldati triestini in Galizia continuano a combattere sul terribile fronte russo.