Una legione di famiglia

100 anni di Storie

Mezzo secolo dopo l'impresa dei mille, la famiglia Garibaldi torna protagonista nella storia italiana, in occasione della prima guerra mondiale. Già nell’agosto del 1914, quando l’Italia è ancora neutrale, i nipoti di Giuseppe Garibaldi saranno infatti tra i primi a partire volontari, a fianco della Francia. Si chiamano Peppino e Ricciotti jr. i fratelli Garibaldi e vogliono offrire il loro aiuto al governo francese. Chiedono di poter costituire un corpo di volontari italiani da arruolare sia in patria che nella legione straniera. Intanto la Germania, ha dichiarato guerra alla Francia e l'invasione con un'azione rapidissima incombe su Parigi.

I discendenti dell’eroe dei due mondi combattono con la propria patria ma vogliono che l’Italia scelga di stare con la Francia. Alla formazione che doveva battersi con i tedeschi diedero la propria adesione oltre 2500 italiani per la maggioranza repubblicani di matrice mazziniana, perlopiù socialisti e sindacalisti, sopravvissuti alle campagne di Grecia e Africa. L'unità venne introdotta nel IV Reggimento di marcia della Legione straniera.

Sotto la divisa da legionari i soldati indossanno la camicia rossa. La Legione fu addestrata in breve tempo a Montelimar, Nimes e anche a Montboucher per poi essere trasferita l'11 novembre 1914 a Mailly, dove il tenete colonnello Peppino Garibaldi ne assunse formalmente il comando. La Legione Garibaldina sarà sciolta successivamente e il IV Reggimento ricondotto ad Avignone. Tutti i legionari saranno poi rispediti a Roma per essere rischierati contro gli austriaci. In quattro mesi di dure battaglie l'unità di volontari pagò un costo elevatissimo: 300 morti, 400 feriti e un migliaio di mutilati.