Enrico Mattei

L'imprenditore illuminato

Enrico Mattei, uno dei grandi protagonisti del "miracolo economico" italiano del Dopoguerra. Annoverato tra i cosiddetti "capitani coraggiosi", termine con cui si indicavano quei capitani d'industria che in un momento drammatico per il nostro Paese, hanno saputo con coraggio investire e creare grandi realtà in vari settori dell'economia. Tra gli altri ricordiamo Adriano Olivetti, Giulio Onesti, Piero Pirelli, Giovanni Treccani, Ermenegildo Zegna. Prima di diventare una figura di eccellenza nel panorama industriale del paese, Mattei inizia giovanissimo come verniciatore di letti di metallo nella fabbrica Scuriatti. In seguito entra come garzone alla conceria Fiore, di cui poi diventa uno dei collaboratori più stretti del proprietario. Nel 1934 si mette in proprio e fonda l'Industria Chimica Lombarda, a Milano. La Guerra distrugge ogni speranza e Mattei, dopo essere entrato in contatto con circoli antifascisti, nel 1943 si unisce ai gruppi partigiani sulle montagne di Matelica. Nel 1944 poi prende parte al Comando militare Alta Italia del Comitato di liberazione nazionale per conto della Democrazia Cristiana. La guerra finisce e comincia la lenta fase della ricostruzione. Alcide De Gasperi, allora presidente del Consiglio dei ministri, nomina Mattei nel 1945 commissario liquidatore dell'Agip (Azienda generale italiana petroli). Inizia subito un’opera di sfoltimento, di licenziamenti e di trattative per la vendita degli impianti. Però si rende conto delle potenzialità dell'azienda e decide di salvarla e rilanciarla, confortato anche dai ritrovamenti di metano in Val Padana: raddoppia la perforazione dei pozzi e sfrutta al meglio le ricerche, riuscendo a ottenere finanziamenti. Segue anche personalmente il progetto di ristrutturazione dei distributori dell’Agip. Sua l’idea di rinnovarli con la creazione di vere e proprie aree di servizio, munite di bar, meccanico e altri elementi di supporto. Nel 1953 viene eletto presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi (Eni), per la cui creazione si è molto battuto, e gestisce di fatto la politica energetica dell'Italia. Una delle sue potenzialità è la presenza di collaboratori che si muovono sulla scena internazionale, in grado di stabilire contatti, alleanze. Con l'ENI, negli anni Cinquanta, Mattei cerca di opporsi al cartello delle "sette sorelle" per l'approvvigionamento petrolifero nei paesi arabi. Lui stesso dichiara: “Abbiamo iniziato una nuova formula. Paghiamo i diritti che pagano gli altri e in più coinvolgiamo il Paese produttore al 50% nella produzione e nello sviluppo delle proprie risorse”.

 Nel 1953 viene eletto presidente dell'Ente Nazionale Idrocarburi (Eni), per la cui creazione si è molto battuto, e gestisce di fatto la politica energetica dell'Italia


Ad inizi anni Sessanta l’Eni cresce con un ritmo molto elevato, nello stesso tempo si aggiungono sempre più nemici. Mattei si appresta ad un altro grande colpo, preparando un accordo con la Esso. Purtroppo il 27 ottobre 1962, di ritorno da un comizio pubblico tenuto in Sicilia a Gagliano Castelferrato, Enrico Mattei muore in un misterioso incidente aereo schiantandosi in provincia di Pavia. Un incidente su cui si sono addensati molti dubbi, ma su cui non si è riusciti a stabilire una verità certa. In due anni tra il 1960 e il 1962 scompaiono due personaggi come Adriano Olivetti ed Enrico Mattei, lasciando un vuoto incolmabile, ma anche una mentalità nuova, visionaria e che permette all’Italia di affermarsi a livello nazionale e internazionale e di gettare le basi per tutta l’economia industriale moderna.