Michele Greco

Il "Papa" di Cosa Nostra

L’anno 1986 rappresenta un momento cruciale nella lotta alla mafia: il 10 febbraio ha inizio il maxiprocesso, circa 476 imputati alla sbarra. Manca però ancora un elemento essenziale di quella Cupola attentamente descritta da Tommaso Buscetta. Si tratta di Michele Greco, soprannominato "il Papa", nomignolo che gli deriva dalla sua abilità nel mediare le dispute tra le varie famiglie rivali. Il 20 febbraio arriva una notizia inaspettata: all’alba sette squadre dei carabinieri fanno contemporaneamente irruzione in altrettanti casolari e in uno di questi nelle campagne di Caccamo, individuano e arrestano proprio il latitante Michele Greco. A condurre l’operazione è il capitano Sergio Pascali, comandante della compagnia di Termini Imerese. In una recente intervista a L’Espresso il carabiniere ricostruisce le fasi concitate di quei momenti. 

Michele Greco, soprannominato il Papa, nomignolo che gli deriva dalla sua abilità nel mediare le dispute tra le varie famiglie rivali


Elemento chiave è senza dubbio Benedetto Galati, figlio del fattore di Michele Greco, che dopo una serie di arresti scrive al giudice Giovanni Falcone, chiedendogli di incontrarlo per dare notizie sui nascondigli del boss. Il confronto non si tiene e tutto viene rimandato al colonello Giuseppe De Gregorio, che affida il caso a Sergio Pascali. A inizio un dialogo tra quest’ultimo e il giovane Galati, che porterà all’arresto del latitante. Il capitano riceve l’indicazione di numerose fattorie tra Caccamo e Trabia, che potrebbero fungere da nascondiglio. Ogni notte con un visore notturno controlla tutte le zone indicate. Il boss però si sposta ogni giorno, con un allevatore che gli fa da autista. Nonostante tutto Pascali riesce a selezionare sette luoghi che potrebbero fungere da nascondiglio e il 20 febbraio si procede con l’operazione. Subito dopo l’arresto Michele Greco continua a negare la sua identità e solo dopo un aspro confronto presso la caserma dei carabinieri di Palermo, si rivolge al capitano Pascali, continuando a non ammettere il suo vero nome, ma complimentandosi con lui per avere catturato il “Papa”.