Il viaggio del dirigibile Norge
Storia di una grande impresa
Un'inchiesta del dicembre 1960 di Gianni Bisiach con immagini inedite per l'epoca, che ricostruisce la storica impresa del dirigibile Norge. Presente anche un'intervista a Umberto Nobile, che ricostruisce le vicende di questa spedizione. A metà degli anni Venti Roald Amundsen sceglie il dirigibile, definito “più veloce dell’aria”, come mezzo per il suo progetto di sorvolare per la prima volta il Polo Nord, rinunciando alle slitte trainate dai cani, una delle grandi novità dei viaggi polari dalla seconda metà dell’Ottocento. Vuole parlare con Umberto Nobile e combina un incontro in Norvegia nel 1925. La sua proposta è chiara sin da subito: acquistare uno dei dirigibili realizzati dal costruttore italiano e utilizzarlo nella sua spedizione polare. Inoltre sceglie lo stesso Nobile come pilota del dirigibile N-1, ribattezzato Norge in onore della Norvegia. La spedizione assume ufficialmente il nome di “The Amundsen-Ellsworth-Nobile Transpolar Flight” e parte il 10 aprile del 1926 con un equipaggio di 21 persone, diretto a Leningrado, prima tappa del viaggio che li porterà attraverso la regione del mar Glaciale Artico, a sorvolare il Polo e a percorrere complessivamente 13000 km. Alla missione prende parte anche Lincoln Ellsworth, imprenditore americano che finanzia una parte dell’impresa. Il dirigibile Norge, semirigido, in origine ideato per il trasporto dei passeggeri, è azionato da tre motori a sei cilindri e può raggiungere una velocità di 113 chilometri orari. Il suo involucro è lungo 106 metri e contiene all’interno diciottomila metri cubi di idrogeno. Ad esso è aggrappata una cabina per contenere l’equipaggio, le provviste e gli strumenti necessari, per un peso totale di sei tonnellate. Al suo atterraggio viene danneggiato e per questo sgonfiato e smantellato sul posto. Farà ritorno in Italia all’interno di casse trasportate su una nave.
L’impresa e il ruolo svolto da Nobile vengono accolti in patria con grande enfasi, come testimonia una cronaca dell’epoca: “Non si può negare che nella realizzazione della spedizione fosse il fattore aeronautico a determinare il felice successo e che, quindi, la maggior gloria dovesse attribuirsi a Nobile quale ideatore, costruttore e comandante dell’aeronave. Ma è ugualmente incontestabile che la spedizione, considerata in se stessa, fosse il risultato degli annosi sforzi di Amundsen, che si erano svolti all’ombra della bandiera norvegese per sua iniziativa”. Numerose le celebrazioni organizzate in tutta Italia e Umberto Nobile riceve da Mussolini la promozione a generale. Si comincia a pensare, anche sulla spinta della gloria fascista, ad una nuova spedizione polare, questa volta con un’aeronave battente bandiera italiana.
La spedizione assume ufficialmente il nome di “The Amundsen-Ellsworth-Nobile Transpolar Flight” e parte il 10 aprile del 1926 con un equipaggio di 21 persone, diretto a Leningrado, prima tappa del viaggio che li porterà attraverso la regione del mar Glaciale Artico, a sorvolare il Polo e a percorrere complessivamente 13000 km
L’impresa e il ruolo svolto da Nobile vengono accolti in patria con grande enfasi, come testimonia una cronaca dell’epoca: “Non si può negare che nella realizzazione della spedizione fosse il fattore aeronautico a determinare il felice successo e che, quindi, la maggior gloria dovesse attribuirsi a Nobile quale ideatore, costruttore e comandante dell’aeronave. Ma è ugualmente incontestabile che la spedizione, considerata in se stessa, fosse il risultato degli annosi sforzi di Amundsen, che si erano svolti all’ombra della bandiera norvegese per sua iniziativa”. Numerose le celebrazioni organizzate in tutta Italia e Umberto Nobile riceve da Mussolini la promozione a generale. Si comincia a pensare, anche sulla spinta della gloria fascista, ad una nuova spedizione polare, questa volta con un’aeronave battente bandiera italiana.