L'ultimo discorso

La morte di Enrico Berlinguer

7 giugno 1984. In Italia è in corso la campagna elettorale per le elezioni europee. Enrico Berlinguer segretario del PCI si reca a Padova per un comizio. Sarà l’ultimo. Durante il discorso comincia a esitare e incespica sulle parole; fa fatica a continuare, ha dei conati di vomito. La folla si accorge che il segretario sta male. Prima lo incoraggia con un applauso, poi cominciano a urlare “basta, basta, fermatelo”. Ma Berlinguer vuole andare avanti. 
Taglia una parte del discorso e si avvia alla conclusione: “Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più vasti consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro, del progresso della nostra civiltà!” Berlinguer è stato colpito da un ictus. Scende dal palco stravolto, sorretto a spalla. Durante la notte entra in coma. Muore l’11 giugno. Il 17 giugno 1984, alle elezioni europee, il PCI decide di lasciare Enrico Berlinguer come capolista. Il Partito Comunista raggiunge il 33,3% superando per la prima e ultima volta la Democrazia Cristiana, diventando il primo partito d’Italia.

Berlinguer è stato colpito da un ictus. Scende dal palco stravolto, sorretto a spalla. Durante la notte entra in coma. Muore l’11 giugno

Qualche anno più tardi Indro Montanelli scriverà di lui: “Un uomo introverso e malinconico, di immacolata onestà e sempre alle prese con una coscienza esigente, solitario, di abitudini spontanee, più turbato che allettato dalla prospettiva del potere, e in perfetta buona fede di cui ci resta un programma sociale, politico, economico, etico e morale non scritto basilare per il futuro democratico e di progresso del nostro Paese.”