Margherita Antoniazzi

Margherita Antoniazzi

La Devota della Costa

Margherita Antoniazzi
Nella prima metà del Cinquecento  a Castageminiana, un piccolo borgo nella provincia di Parma, è vissuta  Margherita Antoniazzi dei Carlotti, passata alla storia come la “Devota della Costa”. Esempio di santità ed emancipazione femminile.
Rimasta orfana nel 1524 a causa della peste che sta devastando l’Italia, Margherita, all’epoca ventiduenne, decide di ritirarsi dal mondo in luogo isolato a un paio di chilometri da Cantiga non lontano dal fiume Ceno. Prende dimora in una grotta situata sopra un precipizio e si dedica a una vita di meditazione e preghiera.
Si reca spesso a pregare nella vicina chiesa parrocchiale di San Bartolomeo dove è presente un quadro della Vergine. In occasione di una delle sue preghiere, il quadro comincia a lacrimare. Il segno delle lacrime è rimasto visibile per più di cento anni, fino al 1629 quando il quadro fu distrutto per il crollo della cappella.
Il prodigio permette a Margerita di guadagnare una notevole notorietà, aumentata dalla fama di guarigioni miracolose avvenute grazie alla sua intercessione.
E’ la Madonna stessa a suggerirle la sua particolare missione: erigere una chiesa dedicata alla Vergine.

Nella prima metà del Cinquecento a Castageminiana, un piccolo borgo nella provincia di Parma, è vissuta Margherita Antoniazzi dei Carlotti, passata alla storia come la “Devota della Costa”. Esempio di santità ed emancipazione femminile


La Chiesa viene edificata sul Colle Caberra, grazie alla collaborazione di tutti i paesani. Accanto alla chiesa, viene costruito anche un piccolo monastero. La costruzione del complesso ha inizio nel 1525 e termina nel 1531. La Chiesa è consacrata nel 1533.
Ben presto il monastero raccoglie diverse ragazze. La piccola comunità non è guidata da una regola particolare, segue gli esempi e i consigli della fondatrice. Preghiera, digiuni e opere di carità a favore della popolazione più bisognosa.
La scelta di Margherita di dedicarsi al servizio dei fratelli, a contatto con poveri e avventurieri, viene osteggiata e mal compresa. La “Devota” aveva invece intuito che la presenza femminile nella chiesa, era necessaria per risolvere quei problemi di povertà materiale e spirituale, che segnano tutto il XVI secolo.
Un’altra grade intuizione di Margherita è quella di togliere i bambini dalla strada e dall’accattonaggio, per insegnare loro a leggere e a scrivere.
L'analfabeta Margherita Antoniazzi comprende prima di altri, l'importanza di migliorare le condizioni di vita della popolazione attraverso l'educazione. Istituisce la prima scuola gratuita della montagna e di tutta la Diocesi Piacentina. Un luogo dove studiare, riposarsi e ricevere un pasto.
La “Devota” muore il 21 maggio 1565 e la sua fama di santità continua a rimaner viva per molti anni, tanto che nel 1618 il vescovo di Piacenza Claudio Rangoni, inizia il processo di beatificazione.
Attualmente gli atti sono a Roma, e nel 2004 vi è stato il riconoscimento del titolo di venerabile.