I giorni della Perestrojka

Venti dall'Est

Il 9 novembre 1989 i berlinesi del settore orientale cominciano simbolicamente a demolire quel muro che per ventotto anni ha limitato la loro libertà. E’ solo l’ultimo passo di un processo di rinnovamento avviato in Unione Sovietica nel marzo 1985, con l’elezione a segretario del Partito Comunista di Michail Gorbaciov e che vede i suoi risultati più concreti proprio quattro anni dopo. Ripercorriamo con un’inchiesta del Tg2 del marzo dell’89, i momenti più salienti di questo fatidico anno prima della caduta del Muro, che hanno portato venti di rinnovamento in tutti i paesi dell’Europa dell’Est. Si parte dal 26 marzo, giorno delle elezioni in Urss del Nuovo Congresso del Popolo, che permette con una nuova legge elettorale una maggior possibilità di competizione e una conseguente riduzione della censura. L’inchiesta si concentra poi sulla situazione in Polonia, Romania, Ungheria.

Ripercorriamo con un’inchiesta del Tg2 del marzo dell’89, i momenti più salienti di questo fatidico anno prima della caduta del Muro, che hanno portato venti di rinnovamento in tutti i paesi dell’Europa dell’Est

Le tragiche esperienze dell’Ungheria nel 1956 e della Cecoslovacchia nel 1968, cioè le invasioni sovietiche di due paesi satelliti, non si ripeteranno più”. Così dichiara Gorbaciov in occasione delle elezioni del Parlamento nel 1989, aprendo sempre di più la strada alla fine dei regimi dell’Europa Orientale. L’onda lunga della Perestroijka, vale a dire delle riforme che cominciano a cambiare le economie e le istituzioni dei paesi comunisti avanza e si diffonde fra enormi ostacoli. Quanto potrà diffondersi e in che modo realizzarsi?
Un interessante documento che mostra nella sua completezza il meccanismo attraverso cui si giungerà alla disgregazione del blocco d’influenza sovietica e al ritorno di un’Europa libera. “E’ difficile arrivare, è difficile andarsene, è difficile tacere, è difficile gridare, è molto difficile credere, ma ancora più difficile è non credere”, così recitano alcuni passi della poetessa armena, Sylva Kaputikian.