Il treno di Lenin

L'appoggio tedesco alla Rivoluzione d'Ottobre

1917. La Prima Guerra Mondiale è in una fase di stallo. Gli eserciti contrapposti si fronteggiano da tre anni. I morti sono milioni, ma la cartina d’Europa non ha subito significativi cambiamenti. Tutto appare come prima dello scoppio della guerra, tranne per due importanti novità degli ultimi mesi. In febbraio in Russia è scoppiata la rivoluzione che ha travolto l’impero zarista, e il 6 aprile gli Stati Uniti sono entrati in guerra contro gli Imperi Centrali.
Nel corso di una burrascosa riunione dell’Alto Comando tedesco, il ministro Von Berger capo del così detto “ministero per la sovversione”, un ufficio creato con l‘intendimento di indebolire il fronte interno del nemico, lancia un’ idea destinata a cambiare il corso della storia.
Il piano che espone è in realtà di Aleksandr Gelfand detto Parvus, un rivoluzionario russo, che è divenuto cittadino tedesco da appena due settimane.
Parvus gli ha proposto di far rientrare in patria Vladimir IIic Uljanov, meglio noto con il nome di Lenin. Il capo dei bolscevichi è esiliato in Svizzera, bloccato in un modesto appartamento alla periferia di Zurigo proprio mentre il governo rivoluzionario russo, presieduto da Alexander Kerenski, deposto lo zar, ha dichiarato di voler continuare la guerra.
Lenin è noto per le sue posizione contrarie alla guerra. Ha più volte ribadito che qualora i bolscevichi ottenessero il potere, cercherebbe immediatamente di ottenere la pace con la Germania. Questo permetterebbe ai tedeschi di spostare tutte le divisioni sul fronte occidentale.

Il 9 aprile del 1917 un treno con vagoni piombati, che gode di extraterritorialità e con a bordo una nutrita scorta di soldati tedeschi, parte alla volta della Svezia. A bordo si trova Lenin con un seguito di 32 persone, tra le quali la moglie, l’amante e il figlio di nove anni

E’ lo stesso Lenin che, desideroso di ottenere l’aiuto tedesco, ha chiesto a Parvus di agevolare il suo rientro grazie all’appoggio tedesco. L’operazione deve rimanere segreta perché se si venisse a sapere in Russia, Lenin verrebbe immediatamente dipinto come un agente al servizio del nemico e una spia del Kaiser.
Parvus vuole un lasciapassare per Lenin e si dichiara disposto a finanziare l’intera operazione.
Il 9 aprile del 1917 un treno con vagoni piombati, che gode di extraterritorialità e con a bordo una nutrita scorta di soldati tedeschi, parte alla volta della Svezia. A bordo si trova Lenin con un seguito di 32 persone, tra le quali la moglie, l’amante e il figlio di nove anni.
Il convoglio viaggia solo di giorno per ragioni di sicurezza. Dopo due giorni giunge a Berlino, sotto stretta sorveglianza. Infine a Sassnitz sulla costa, dove il viaggio prosegue in traghetto verso la Svezia e di lì in Russia, passando per la Finlandia.
E’ il 16 aprile 1917 quando Lenin arriva in treno sui binari della stazione di Pietrogrado.
La collaborazione tedesca non si ferma al viaggio. La Germania sosterrà con un finanziamento di decine di milioni di marchi, una cifra enorme per l’epoca, il partito di Lenin.
Col trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo 1918, Lenin mantiene l’impegno assunto con la Germania ed esce definitivamente dalla Prima Guerra Mondiale.