Patrick Karlsen. Piero Craveri fra Napoli e Trieste

La lezione di un maestro all'Istituto italiano per gli studi storici 

Nel video Patrick Karlsen, professore associato di Storia contemporanea dell'Università di Trieste, intervistato in occasione del Convegno di studi Piero Craveri. Gli studi storici, l’impegno politico, la vita nelle istituzioni, che si è tenuto l’8 e 9 maggio 2025 a Napoli nella sede dell’Università Suor Orsola Benincasa, ricorda lo storico e uomo delle istituzioni Piero Craveri (Torino 1938 - Roma 2023) suo maestro nell’Istituto italiano per gli studi storici. 
 

Piero Craveri aveva il garbo e il tatto proprio dei buoni padri e dei veri maestri,  era capace di aprirti un mondo e, senza fartelo pesare, di darti tutti i mezzi per vedere questo mondo e darti il coraggio di esplorarlo.  

Io stavo studiando la biografia di un dirigente comunista Vittorio Vidali di origini triestine, nato a Muggia, che ha avuto una carriera internazionale e ciò che appassionava Piero Craveri rispetto alla vita di Vidali era il suo grande coinvolgimento nella guerra civile internazionale, come soldato della rivoluzione e anche il retroterra triestino della sua biografia. 

Piero colse subito come la vicenda di Trieste corra parallela a quella italiana, ma appartiene primariamente alla storia dell’Europa centrorientale e quindi, tenendo al centro le vicende peculiari di Trieste nel XX secolo, era possibile cogliere i nessi tra eventi e processi della guerra fredda, che altrimenti sarebbero sembrati scollegati. Pertanto, diede anche a me la spinta per aprire il più possibile i miei studi alla dimensione internazionale. 

Craveri in un intervento nel 2019 a Trieste, nel corso di una conferenza sui Padri fondatori dell’Europa, fece considerazioni di sorprendente attualità, separò bene i padri fondatori dai sognatori dell’europeismo, dal manifesto di Ventotene. Questa dimensione compiutamente federalista, contenuta nel sogno di Ventotene, non si realizza perché l’Europa in cui si trovavano ad operare i Padri fondatori era ormai l’Europa dei totalitarismi, che aveva attraversato una devastante semplificazione etnica e che paradossalmente aveva rimesso al centro la dimensione dello stato nazionale. 

Craveri osservò anche come esista la necessità di un’ineludibile convivenza tra l’Europa e la Russia ed esortò a trattare con saggezza questo problema, dimostrando che una sua caratteristica importante era il rifiuto del fanatismo e del manicheismo: un giorno mi scrisse che la tentazione di tagliare la realtà con l’accetta è tipica degli uomini religiosi che non hanno religione. 

Aveva la capacità di distinguere, una grande sensibilità per le sfumature, che poi in lui era proprio l’accettazione della contraddittorietà dell’umano e questa è sicuramente la sua lezione più importante. 


Patrick Karlsen è professore associato di Storia contemporanea Università di Trieste. Borsista post-doc dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici dal 2009 al 2012. Dal 2016 è direttore scientifico dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli-Venezia Giulia. I suoi campi di ricerca principali sono la storia del movimento comunista internazionale, la regione alto-adriatica di frontiera, il ruolo degli intellettuali nelle culture politiche del Novecento. Tra le sue pubblicazioni, Vittorio Vidali. Vita di uno stalinista (1916-1956) (2019).