Fausto Coppi

Un uomo solo al comando

A cento anni dalla sua nascita, ripercorriamo attraverso immagini d’epoca la vita di Fausto Coppi, uno dei più grandi campioni del ciclismo e dello sport italiano del Novecento. Nato a Castellania il 15 settembre 1919, sin da ragazzo comincia a familiarizzare con la bicicletta, occupandosi delle consegne di un negozio, presso cui lavora. Inizia la sua carriera nel ciclismo a diciotto anni, nel 1937 e due anni dopo passa ai professionisti. Ingaggiato dalla Legnano, la squadra di quel Gino Bartali che diventerà suo grande antagonista, nel 1940 vince il suo primo Giro d’Italia, a soli vent’anni. L’ingresso in guerra dell’Italia blocca la carriera di Fausto, che parte caporale per l’Africa settentrionale. Nel 1946 però il riavvio delle competizioni sportive permette a Coppi di riprendere l’attività: firma per la Bianchi lasciando la Legnano e inizia anche la rivalità con l’altro grande campione Gino Bartali, fatta di sorpassi, controsorpassi ed epiche battaglie. Nel 1949 l’anno della consacrazione: centra la vittoria alla Milano-Sanremo, al Giro d’Italia e al Tour de France. Seguono una serie di drammatiche vicende: nel 1950 si procura una tripla frattura al bacino durante il Giro d’Italia e l’anno dopo muore in un incidente durante il Giro del Piemonte l’amato fratello Serse. La sua carriera però riprende subito alla grande: nel 1952 e nel 1953 arrivano le vittorie al Giro d’Italia, al Tour de France e al campionato del mondo su strada. Dopo questi successi uniti anche ad altri, seguono anni meno favorevoli e caratterizzati anche da vicende personali. La sua relazione con Giulia Occhini, la dama bianca, anch’essa sposata, gli procura molte polemiche che sfociano in un processo e una condanna con la sospensione della pena per entrambi. Il 2 gennaio 1960 Fausto Coppi muore all’età di quarant’anni, a causa della malaria contratta durante un viaggio in Africa fatto pochi mesi prima. Nonostante le polemiche e il finale meno glorioso della sua carriera, rimangono nella memoria collettiva le grandi vittorie fatte di tenacia e di forza di volontà, che lo hanno portato frequentemente ad essere “Un uomo solo al comando!”