Gino Bartali

Un racconto per immagini

Grande ciclista, protagonista dello sport italiano e simbolo di quell'Italia che si rilanciava dopo i drammi della Seconda Guerra Mondiale. Gino Bartali nasce nel 1914 vicino Firenze, a Ponte a Ema e già a tredici anni si avvicina al ciclismo: utilizza la bicicletta per andare a scuola e lavora durante i pomeriggi in un'officina di un compaesano. A diciassette anni esordisce nella Società Sportiva Aquila, nella categoria allievi, vincendo già tre gare su otto. Nel 1935, all'età di ventun'anni, partecipa alla prima gara tra i professionisti, nella Milano-Sanremo. Prende parte anche al Giro d'Italia, piazzandosi settimo in classifica generale. Un anno dopo viene ingaggiato dalla Legnano, con il ruolo di capitano in seconda, continuando ad accumulare vittorie. Il 16 giugno del 1936 viene però colpito da un lutto gravissimo: il fratello Giulio, più piccolo di lui di due anni e anch'esso ciclista promettente, muore dopo essere stato investito da un'auto contromano durante una gara. La sfortuna si accanisce contro di lui e all'inizio della successiva stagione una broncopolmonite ne limita le attività. Nonostante tutto fa un grande Giro d'Italia, trionfando con vittorie epiche. Nel 1938 la prima vittoria al Tour de France, poco esaltata al ritono in patria a causa del suo rifiuto di indossare la camicia nera che gli costa l'oscuramento sui mezzi d'informazione. Fino al 1940 continua a dominare in ogni competizione, ma l'entrata in guerra dell'Italia lo costringe a fermarsi interrompendo l'attività agonistica.

Tra il 1943 e il 1944 sfruttando l'immunità diplomatica guadagnata per meriti sportivi, si rende protagonista di numerose azioni eroiche: in biciclette trasporta documenti nascosti tra Firenze e Assisi, consentendo a tanti ebrei di salvarsi dalle persecuzioni. Queste imprese, rimaste a lungo ignorate verranno celebrate dopo la sua scomparsa nel 2005 con la concessione della medaglia d’oro al merito civile del presidente della Repubblica e nel 2013 con il riconoscimento conferitogli dallo Stato d'Israele di Giusto tra le Nazioni.


Nel 1945 la guerra finisce e Bartali può riprendere l'attività agonistica, ingaggiando una serie di sfide epiche con un altro grande campione come Fausto Coppi. La sua massima consacrazione avviente tre anni dopo, nel 1948, con la vittora del suo secondo Tour de France, a dieci anni di distanza dal primo, in un momento di grande crisi per l'Italia a causa dell'attentato a Palmiro Togliatti. Seguono le ultime stagioni agonistiche fino all'ultima gara, il 28 ottobre 1954, all'età di quarant'anni, chiusa con una vittoria. L'annuncio ufficiale del ritiro dalle corse è il 9 febbraio 1956. Continuerà come allenatore e opinionista, ricevendo nel 1977 ricevendo il Premio Italia "come maggior campione ciclista vivente".

Si spegne a Firenze, il 5 maggio 2000.