Berlinguer: l'attività politica

Un racconto per immagini

Ripercorriamo la vita politica di Enrico Berlinguer attraverso esclusive foto d'epoca. Dalle origini fino ai drammatici momenti che hanno caratterizzato la sua improvvisa scomparsa. Nasce a Sassari il 25 maggio 1922, il padre esercita la professione di avvocato è iscritto al partito socialista e compare tra i fondatori de  l'Avanti Sardegna! Ad ottobre del 1943 Enrico si iscrive al Partito Comunista Italiano, assumendo sin da subito la carica di segretario della federazione giovanile. Un anno dopo, in seguito ad una breve esperienza di carcere, a causa della partecipazione ad una manifestazione di protesta nella sua cittadina, conosce Palmiro Togliatti e si trasferisce a Roma dopo la liberazione iniziando a lavorare nel movimento giovanile e diventandone un punto di riferimento. Nel gennaio 1948 diventa membro del Comitato centrale del partito e responsabile della segreteria generale della rinata Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI). Berlinguer riesce a potenziare l'organizzazione giovanile facendola diventare in pochi anni una vera e propria organizzazione di massa con un totale di quattrocentosessantamila iscritti. Questa diventa per lui anche un'occasione per lavorare accanto a Togliatti e in campo internazionale, accumulando esperienza. Per volere dello stesso Togliatti viene chiamato nel 1958 nell'ufficio di segreteria, sotto la direzione di Luigi Longo, di cui diventa responsabile unico quattro anni dopo, nel 1962, durante il X Congresso del partito.

Le elezioni nazionali del 1968 sanciscono una nuova linea per il Partito Comunista, che torna ad avere un ruolo dominante sia in Parlamento che nella società e Berlinguer sempre più al centro delle strategie politiche ottiene al XII Congresso del 1972 l'investitura definitiva alla segreteria del partito. L'obiettivo del nuovo segretario è quello di costituire una nuova direzione politica attraverso la collaborazione delle varie correnti: socialista, comunista e cattolica.

Si inizia ad aprire la strada della collaborazione con la Democrazia Cristiana, in particolare nella persona di Aldo Moro, verso quel compromesso storico che cambierà la politica italiana. Il primo colloquio tra quest'ultimo e Berlinguer risale addirittura al dicembre 1971. I grandi successi elettorali dei comunisti prima alle amministrative del 1975 e alle nazionali del 1976 sanciscono definitivamente un rapporto di scambio tra il PCI e le forze tradizionali di governo e in particolare con la Democrazia Cristiana. A causa anche delle tragiche vicende del presidente Moro il compromesso storico non si realizzerà mai e si parla più di un'esperienza consociativa. I comunisti guidati da Berlinguer entrano nei centri decisionali pubblici in posizione di compartecipazione. Tra la fine degli Settanta e gli inizi anni Ottanta Berlinguer prova a lanciare il discorso della "Terza via" tra capitalismo e socialismo reale, per cercare di difendere il patrimonio storico del partito guidato per circa dieci anni e nello stesso tempo mantenere in vita le nuove strategie politiche lanciate nel tempo. Mentre è impegnato nella chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee Enrico Berlinguer muore improvvisamente a Padova l'11 giugno 1984, dopo essere stato colto da ictus celebrale durante un comizio. Quasi a riconoscere un tributo alla sua figura nella storia politica del nostro paese, il Partito Comunista Italiano otterrà alle europee per la prima volta nella sua storia un numero leggeremente maggiore di voti rispetto alla Democrazia Cristiana